La riserva interessa una serie di ambienti naturali (boschi con numerose specie di querce, aree rupestri, praterie ed aree umide sia fluviali che lacustri) pari a circa 7.400 ettari in territorio dei Comuni di Corleone, Godrano, Mezzojuso, Marineo e Monreale, tutti in provincia di Palermo.
La foresta (Il bosco “Ficuzza” con il contiguo bosco “Cappelliere”) è tra le più belle di Sicilia. Vi si trova un ricco contingente di orchidee e in quanto a uccelli e fauna selvatica vi è presente l’80% dell’intera regione. Dei grandi mammiferi di un tempo oggi si ritrovano solo il Daino e il Cinghiale, reintrodotti dall’ente gestore. Altre specie presenti sono la Volpe, la Lepre, il Coniglio selvatico, il Gatto selvatico, la Martora, la Donnola e il Riccio. L’avifauna comprende specie quali la Cinciallegra, l’Upupa, la Ghiandaia e il Picchio rosso maggiore, solo per citarne alcune. Tra i rapaci l’Aquila reale, il Falco pellegrino, il Capovaccaio, il Nibbio bruno e il Nibbio reale. Tra i rettili la Vipera, la Natrice, il Biacco, il Ramarro, la Lucertola verde, le Tartarughe. E tra gli anfibi il Rospo.
La riserva è ricca di corsi d’acqua a carattere torrentizio che formano diversi laghetti naturali, i cosiddetti “Gorghi”, incassati in una conca suggestiva a cui si accede attraverso un canalone ricco di muschi e licheni. Si tratta di ambienti tipici del luogo e di notevole importanza per l’equilibrio dell’ecosistema circostante.
Tutta l’area, poi, è dominata dal massiccio della “Rocca Busambra” (1613 metri s.l.m.) che ne delimita a sud il territorio ed è caratterizzato, in questo versante, da pareti verticali strapiombanti di circa 350 metri. La Rocca ospita numerosi endemismi rupestri quali il Fiordaliso della Busambra, il Cipollaccio di Busambra, l’Astro di Sorrentino, l’Erba-croce della Busambra e la Camomilla di Cupani. Ed ai suoi piedi si trova una delle poche stazioni siciliane di Atropa belladonna.
La riserva, nel complesso, è un posto da favola. A un certo punto, dal verde in cui è letteralmente immerso, sbuca fuori un Palazzo reale. Perso nel folto del bosco c’è una specie di trono in pietra (il “Pulpito del re”) da dove il sovrano dirigeva le operazioni di caccia. I laghetti hanno forme strane e uno di essi – tal quale il suo nome (“Gorgo del Drago”) – sembra proprio la gola contorta di un drago da cui anziché il fuoco fuoriesce l’acqua che va a gettarsi nel laghetto sottostante. E se ciò non bastasse, a dar la certezza di esser dentro a una fiaba c’è pure una volpe che ogni tanto arriva dal bosco, si aggira tranquillamente tra gli ospiti del locale ristorante e rimane ad ascoltare incantata la musica jazz suonata dall’orchestrina sul palco. Dicono che sia figlia di un’altra volpe che aveva la stessa abitudine ma si fermava ad ascoltare solo il blues.
E non è finita. La riserva, infatti, ospita pure un ospedale, nato dalla collaborazione tra Azienda Foreste Demaniali, Corpo Forestale e LIPU, dove – ancora una volta come nelle favole – esperti volontari e veterinari accolgono, curano e, quando possibile, rimettono in libertà gli animali feriti o in difficoltà. E a dare il benvenuto alle scolaresche e alle famiglie che a migliaia visitano la struttura, fino a qualche anno addietro c’era “Ciccio”… un Gufo reale.
La riserva è stata istituita con Decreto dell’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente del 26 luglio 2000 ed è affidata in gestione all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.