E’ estesa 586 ettari in Comune di Palermo e va da Punta Baccello a Capo Gallo che costituisce la naturale delimitazione a nord della “Conca d’oro”. Uno spettacolare promontorio roccioso, Monte Gallo, che si affaccia sul Mediterraneo separando i golfi di Mondello e Sferracavallo (il tratto di mare antistante è pure tutelato dalla riserva marina istituita con Decreto Ministeriale del 24 luglio 2002).
Assai pregiata per la biodiversità, al suo interno coesistono micromondi naturali dal fascino unico. Senza contare decine di grotte per lo più semisommerse e accessibili con la bassa marea. Tra le altre, la “Grotta Perciata”, la “Grotta dei Caprari”, la “Grotta Caramula”. La “Grotta dell’Olio” si apre a pelo d’acqua ed è una delle più affascinanti. La “Grotta Impisu” ha rivelato presenza umana preistorica e resti di grandi animali del Quaternario (Cervo, Ippopotamo) e sono state rinvenute tracce dell’Elefante nano vissuto tra 230-170 mila anni fa. La “Grotta regina” è la più grande e si affaccia a 130 metri di quota, dominando il mare. Il suo ipogeo è l’unico santuario punico scoperto nel Mediterraneo. Le pareti hanno centinaia di iscrizioni e disegni fra cui un guerriero punico, un orso, un cavallo, un braccio avvinghiato da un serpente, tre navi e preghiere, suppliche, firme. E grazie all’unico disegno finora conosciuto si sa com’era una nave da guerra cartaginese, rappresentata in ogni dettaglio. Le grotte costiere erano frequentate dal Paleolitico; ulteriori reperti testimoniano il passaggio di romani, arabi e normanni e i fondali accolgono ancore, anfore e un relitto di nave cartaginese.
La costa è orlata dal “Trottoir a Vermetus” costruito da un mollusco che vive all’interno di tubi calcarei e si salda a quelli degli organismi vicini formando una sorta di marciapiede vivente. E’ endemico del Mediterraneo e vive solo in ambienti con elevata qualità del mare. Al largo una prateria di “Posidonia oceanica” e una ricca comunità coralligena. Sul litorale il Finocchio di mare e le diverse specie di Limonium. Salendo c’è il Leccio che troviamo con il Sommacco siciliano, l’Asparago spinoso, l’Alaterno, l’Olivastro e la Ruta d’Aleppo. L’area è habitat di Cincie, Fringillidi, Merli, Occhiocotti, Colombacci. Vi svernano il Pettirosso ed il Luì piccolo. Di notte dominano il Barbagianni e l’Allocco. E nonostante la forte antropizzazione ci vive anche la Volpe. Si possono infine osservare molte specie in transito come la Cicogna bianca, il Falco pecchiaiolo, il Gruccione e il Cuculo.
La riserva è stata istituta con Decreto regionale n. 438 del 21 giugno 2001 ed è affidata in gestione all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.