La riserva, di quasi 6000 ettari, si trova in territorio dei Comuni di Palazzo Adriano, Chiusa Sclafani, Burgio e Bivona (a cavallo, quindi, delle province di Palermo ed Agrigento) e custodisce uno dei gioielli della Sicilia, dove biodiversità e paesaggio sono tra i più affascinanti della regione, con un fiume che scorre senza sosta in un canyon, circondato da foreste e a tratti da radure spoglie ma non prive di vita, regno di predatori alati e di numerosissime piante. Sono i luoghi in cui si insediarono popoli tra i primi abitatori della Sicilia: i Sicani. Al centro c’è un bosco spettacolare dove vivono numerose specie animali e si trovano le rocce più antiche dell’isola, con sorgenti d’acqua purissima. E un fiume, il Sosio, tutto sommato piccolo (è lungo appena 52 Km.) ma con una tale portata d’acqua da aver dato alla zona un’agricoltura di qualità. Nasce dalle sorgenti di Montescuro e percorre gran parte della riserva per poi riversarsi nel lago Favara; e in questo passaggio si trasforma nel fiume Verdura che continuerà il suo cammino sino a sfociare nel mar Mediterraneo.
Le essenze arboree e arbustive sono quelle tipiche dell’entroterra siciliano. Sono presenti Lecci, Roverelle e popolamenti di conifere ed altre essenze. Si possono pure ammirare il Pino Marittimo, il Pino Domestico, il Pino d’Aleppo e il Carpino Nero. Numerose le specie animali: tra i mammiferi il Gatto selvatico e la Martora e tra i rettili la Vipera. Vari specie di uccelli, tipiche degli ambienti montani e collinari, volano tra le gole e le cime dei monti: l’Aquila reale, il Nibbio reale, l’Aquila del Bonelli, lo Sparviero, l’Allocco e il Codirossone. Abitano poi l’intera area altri rapaci più comuni come il Falco pellegrino, il Lanario, il Gheppio e il Grillaio.
L’area della riserva è anche ricca di fossili risalenti anche a più di 200 milioni di anni addietro. La “Pietra di Salomone”, per esempio, è un corpo roccioso che racchiude fossili marini risalenti al periodo geologico cosiddetto “Permiano” (299-251 milioni di anni fa) e sulla cui parete occidentale, peraltro, i bizantini scalpellarono alcune “stanze” di vedetta per controllare la vallata. Altri siti spettacolari e geologicamente interessanti sono “Pizzo Mondello” e l’”Anticlinale di S.Antonio” che testimoniano le deformazioni subite nel lontanissimo passato dalle rocce dei Monti Sicani.
La riserva – istituita con Decreto dell’Assessorato regionale al Territorio e Ambiente del 25 luglio 1997 e affidata in gestione all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana – è dotata dell’area attrezzata “Menta” (550 metri s.l.m.) partendo dalla quale è possibile arrivare ai ruderi dell’Eremo di S. Adriano nell’omonimo bosco, nel tempo posto di eremiti ma anche inespugnabile rifugio di briganti.