Monte Carcaci (m. 1196) è un interessante rilievo dei Monti Sicani. Situato a una decina di chilometri dal paese di Prizzi, si distingue facilmente dagli altri rilievi per la forma e la copertura boschiva. La parola Carcaci deriva probabilmente dal nome dialettale della Rana verde che viene chiamata “cracaci”. Il monte e parte dei territori circostanti fino a Pizzo Colobria (m. 951) costituiscono la riserva che ha una estensione complessiva di 1437 ettari ed il cui ente gestore è l’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.
Una componente tipica del paesaggio è costituita dalla diverse splendide masserie del XVII-XVIII secolo, strategicamente arroccate con le loro poderose strutture e cinte murarie, a fare da corollario alla montagna. Tutta la zona, poi, è particolarmente ricca d’acqua, diverse sorgenti danno origine a corsi d’acqua e nelle zone più pianeggianti si formano piccoli stagni. Il più esteso e affascinante, anche per le ranuncolacee dalle corolle bianche e oro che in primavera ricoprono la superficie insieme alle foglie delle Lingue d’acqua, è il “Marcato delle Lavanche” a quota 900 metri, in prossimità del rifugio forestale adibito a Centro visitatori.
Nella riserva sono presenti la vegetazione forestale nativa, i rimboschimenti, le praterie, gli arbusteti, le comunità vegetali acquatiche e ripariali. Troviamo quindi siepi di Prugnolo cui spesso sono associati l’Asparago spinoso, la Rosa canina, il Rovo comune e il Caprifoglio mediterraneo. La specie dominante che caratterizza la riserva è il Leccio, specie molto rustica che si adatta a terreni poveri e zone rocciose. Nelle zone dove le condizioni sono migliori troviamo la Roverella cui si associano altre specie come l’Acero campestre e il Sorbo. Sono inoltre presenti alberi d’alto fusto come Pini, Cipressi, Eucalipti, Pioppo nero, Salice bianco e Salice dorato. Tra le specie acquatiche la Mestolaccia comune e la Lingua d’acqua.
Un ambiente così vario ospita un gran numero di specie animali: tra i mammiferi la Volpe, la Martora, il Coniglio selvatico e l’Arvicola del Savi, un piccolo roditore simile al criceto, chiamato dai locali “topo dei cardi”, che ha l’abitudine di scavare gallerie sotterranee complesse e ramificate. Numerosi sono gli uccelli presenti: la Cinciarella, la Cinciallegra, il Fringuello, il Verzellino, il Verdone, lo Scricciolo, il Merlo, lo Zigolo nero e il Picchio rosso maggiore, specie poco diffusa in Sicilia che ha l’abitudine di costruire il nido scavando il tronco di un albero e di nutrirsi di larve che vivono sotto la corteccia degli alberi. Tra i rapaci oltre alla Poiana, al Gheppio e al Falco pellegrino, nidificano nella riserva il Falco lanario, lo Sparviere che si nutre di ucelli che cattura volando nel bosco tra gli alberi e il Nibbio bruno grosso rapace di colore scuro, “acrobata dell’aria” presente ormai come nidificante solo nell’area sicana. Tra i rettili sono presenti: il Biacco, il Colubro liscio, piccolo serpente innocuo di colore grigio con macchie nerastre, e la Vipera. Nelle pozze d’acqua trovano il loro habitat naturale la Rana verde e il Rospo comune.
La riserva ricade in territorio dei Comuni di Prizzi e Castronovo di Sicilia (PA) ed è stata istituita con Decreto regionale n. 480 del 25 luglio 1997.