La grotta, ubicata nel settore orientale dell’altopiano ibleo, al limite del territorio comunale di Siracusa, fu scoperta per caso nell’agosto 1948 dal proprietario del fondo Sig. Sebastiano Monello per il crollo del terreno che ne ostruiva l’apertura a pozzo. Con uno sviluppo di 540 metri circa, venne definita da Bernabò Brea “di estremo interesse per il ricchissimo e fantasmagorico decoro di stalagmiti e stalattiti, innumerevoli, bellissime, e delle forme più varie, del bellissimo ricamo delle strutture più piccole estremamente allungate e sottili, fino alle grandi e massicce colonne”. L’ipogeo, impostato nei Monti Climiti, presenta una serie di sale spettacolari per bellezza, ricchezza e magnificenza, consistenti in stalattiti (a punta, a mammella, a tronco d’albero, ramificate, cortiniche, ecc.), cannule, eccentrici (“peli” e “spine” sul fusto delle stalattiti), vele e cortine, meduse, concrezioni da “splash”, “latte di monte”, colate concrezionali sulle pareti e sui pavimenti, stalagmiti (a candelabro, a cupole sovrapposte, a pila di piatti rovesciati, a grandi foglie, a cavolfiore, a cascata, ecc.), colonne e vaschette, con cordonature disposte a gradinata. Si compone di dieci sale tra cui la “Sala dei ricci”, all’ingresso, con stalattiti bianco cerulee, o la “Sala della torre” con milioni di stalattiti che ampliano fiabescamente la sfera cromatica fruibile dall’occhio umano.
Esteso quasi 60 ettari, l’epigeo della riserva è un’autentica cornucopia della biodiversità e del paesaggio naturale siciliano. Valli fluviali ripide e misteriose dai versanti talora scoscesi e inviolabili, chiamate in loco “cave”, si alternano a pianori sassosi e soleggiati mentre anguste cavità e piccoli anfratti offrono riparo a Istrici, Volpi e rapaci notturni. Si annoverano pure uccelli di pregio e rari quali la Coturnice sicula e il Corvo imperiale e rettili a forte rischio di estinzione quali il Colubro leopardino e la Testuggine di Hermann. La fauna cavernicola presenta, di particolare valenza, l'”Armadillium lagrecai Vandel” che vive solo ed esclusivamente qui. Nell’imboccatura della grotta si rinviene la rarissima “Urtica rupestris”, specie endemica esclusiva degli Iblei. Interessante pianta perenne quasi totalmente priva di peli urticanti, a differenza delle altre specie di ortica. In genere cresce negli ambienti ombreggiati e umidi del fondo delle forre, ma in questo particolare contesto, arido, sfrutta le correnti rese fresche dall’ipogeo.
La riserva è stata istituita con Decreto regionale 615 del 4.11.1998 ed è affidata in gestione al Cutgana dell’Università di Catania. Si può raggiungere dall’autostrada Siracusa-Gela, uscendo a Cassibile e proseguendo fino alla località Grottaperciata.