La riserva, estesa quasi 3.000 ettari, ricade nei comuni di Aliminusa, Cerda, Sclafani Bagni e Montemaggiore, tutti in provincia di Palermo. I due boschi sono dominati dalle Sughere che si associano a Roverelle, Ornielli e Lecci. La vegetazione arbustiva del sottobosco è ricchissima, con Prugnolo, Biancospino, Melo selvatico, Asparago spinoso, Pungitopo, Pero mandorlino e cespugli di Citiso trifloro, una pianta simile alla ginestra. Nei prati nel sottobosco si trovano Ciclamino primaverile, che fiorisce a tappeto, e Zafferanetto ramoso. In certi posti il bosco è così intricato da impedire l’accesso. Altro ambiente presente nella riserva è il piccolo Lago Bomes, a metri 865 s.l.m., sull’omonimo Cozzo: si tratta di una piccola depressione del suolo che raccoglie le acque delle alture circostanti. Le cime più elevate sono Cozzo Bomes (m. 1073), Monte Roccellito (m. 1145) e Pizzo Conca (m. 1002). Tutta l’area ha una bassa permeabilità per cui si è sviluppata una fitta rete di ruscelli e corsi d’acqua che caratterizzano il paesaggio e lo solcano in valli più o meno ampie, andando poi a confluire nel Fiumetorto e nell’Imera Settentrionale. Le aree aperte contigue al bosco sono praterie popolate da Ampelodesma, Ferula mediterranea e Asfodelo mediterraneo.
Nella riserva si trovano molte specie di uccelli tra cui il Codibugnolo di Sicilia, piccolo e voracissimo uccello insettivoro, dalla lunga coda, che nidifica sugli alberi più alti; fu scoperto a Ficuzza nel 1901 da J. Whitaker. Vi sono poi Merli, Usignoli e in estate è facile vedere sfrecciare piccoli gruppi di bellissime Upupe. Questo è anche il regno della Ghiandaia che ha l’abitudine di sotterrare piccoli depositi di frutti. Il tambureggiare sui tronchi del Picchio rosso maggiore farà da controcanto al chiacchiericcio delle Cince. Si potranno pure vedere il Colombaccio e lo Sparviere, rapace velocissimo dalle spettacolari picchiate, oltre al Rospo verde, alla Volpe ed alla Martora. Nella riserva ci sono piccoli rettili come Lucertole e Ramarri ma anche serpenti come il Biacco (biscia nera) e il Saettone. E’ anche possibile avvistare il Beccamoschino e la velocissima e sempre più rara Lepre appenninica mentre nelle aree più aperte, di notte, si spinge in cerca di radici e frutta l’Istrice. Dove sorgono vecchi edifici domina lo Storno nero.
I centri abitati hanno avuto impulso all’inizio del ‘900, quando Cerda si trovò nel circuito della Targa Florio. Sclafani Bagni è dotato di tre sorgenti termali le cui acque alimentano uno stabilimento dove forse sorgeva un tempio di Esculapio, dio greco della medicina, come sembra raccontare il toponimo: da Esculapiifanum (phanum = tempio). La riserva, istituita con Decreto regionale 478 del 25.7.1997, è affidata in gestione all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.