La Riserva integrale è stata istituita al fine di salvaguardare 245 ettari in cui ricadono sia due importanti grotte scavate nei millenni dall’azione dell’acqua nella roccia gessosa, sia fenomeni carsici superficiali di notevole interesse scientifico, inseriti in un paesaggio di eccezionale bellezza e valenza naturalistica. La Riserva, in territorio del Comune di Campofranco (CL), è affidata in gestione al Club Alpino Italiano ed è attraversata dal fiume Gallo d’Oro che poi confluisce nel Platani. La presenza di ambienti sotterranei, di aree umide e di pareti rocciose contribuisce a valorizzare l’area. Il territorio è caratterizzato, dal punto di vista geologico, dall’affioramento di un particolare tipo di rocce denominate evaporiti che hanno avuto origine intorno a 6 milioni di anni fa quando il Mediterraneo si prosciugò quasi completamente per interruzione dei collegamenti con l’Oceano Atlantico. Tutti gli affioramenti rocciosi sono costituiti da gesso e nel gesso, a seguito della sua particolare solubilità, si verificano frequentemente rilevanti fenomeni carsici. Attraverso gli inghiottitoi le acque meteoriche abbandonano la superficie e sciogliendo il gesso creano nel sottosuolo un reticolo di cunicoli gallerie, pozzi e saloni; e dopo percorsi all’interno delle montagne riemergono in risorgenze. Due di queste grotte, denominate Inghiottitoio l’una e Risorgenza (o Grotta di Carlazzo) l’altra, sono ancora oggi attraversate da un torrente sotterraneo. L’ingresso dell’inghiottitoio si apre alla base dei versante meridionale dei Monte Conca. A circa 100 metri dall’ingresso il pavimento della galleria sprofonda formando un primo pozzo profondo 9 metri cui seguono, intervallati da gallerie, altri tre pozzi, profondi rispettivamente 12, 31 e 26 metri. Al fondo dei pozzi si rinvengono marmitte scavate dal violento impatto dell’acqua, che formano piccoli laghetti. Alla base dell’ultimo pozzo si diparte un’ampia galleria nella cui parte terminale l’acqua percorre un condotto non praticabile dagli speleologi, chiamato sifone, e quindi, dopo un ignoto percorso, riappare all’interno della grotta denominata Risorgenza. Numerose, comunque, sono le grotte presenti nell’intera area della riserva.
La notevole varietà di ambienti favorisce la presenza di differenti tipologie fioristiche. Particolare interesse rivestono le aree umide e tra queste quella alimentata dalle acque della sorgente Fontana di Rose, nel cui impluvio è possibile rinvenire qualche esemplare di pioppo nero e di salice. Nelle depressioni con ristagno di acqua si incontra la cannuccia di palude. Mentre nei valloni cresce la canna dei Reno. Innanzi la Risorgenza si estende un lussureggiante boschetto di olmi. Le sponde dei fiume Gallo d’Oro sono interessate dalla presenza di varie specie di tamerici. Infine, le porzioni di riserva non antropizzate presentano un tipo di vegetazione arbustiva caratterizzata da Timo, Euforbia e Ampelodesma (cd. Tagliamani). In periodo primaverile si osserva la fioritura di numerose specie di orchidee tra cui la “Uomo nudo” (Orchis italica) per la forma dei suoi piccoli fiori, e la Damigella (Nigella sativa) dai caratteristici fiori violacei. E ancora tantissimi altri fiori (Papavero, Bocca di leone, Perlina minore ed altri). Numerose le specie faunistiche: tra i mammiferi Volpe, Riccio, Istrice, Lepre, Coniglio e Gatto selvatico; tra i volatili rapaci diurni come Gheppio, Falco pellegrino e Poiana. Le acque salmastre dei fiume sono abitate da Anguille e Gamberetti nonché da anfibi come Rane e Tartarughe. L’area della riserva – istituita con Dcecreto regionale del 16 maggio 1995 integrato il successivo 11 agosto – è posta al crocevia di importanti vie di comunicazione fluviali e terrestri e ha sempre rivestito importanza strategica come testimoniano molteplici emergenze storiche, archeologiche ed antropiche.