Pantelleria è la più grande delle isole siciliane. La sua storia si perde nella leggenda: Omero la individuò come dimora della ninfa Calypso. I fenici la chiamavano Cossyra, gli Arabi “Bent el rion” che vuol dire Figlia del vento. Ed Henry Cartier-Bresson ha detto di lei che “…la foto più bella le fa torto“. E’ costituita esclusivamente da rocce vulcaniche (localizzati 30-40 centri eruttivi), situtata nel Canale di Sicilia, a 70 Km. dalla costa africana e 85 dalla Sicilia. La sua altezza massima sono gli 836 metri della Montagna Grande. In pratica è la sommità di un edificio vulcanico di 2000 metri emerso dal mare in seguito a un’immane esplosione nel cuore del Mediterraneo. La sua origine è testimoniata da prodotti vulcanici tipici quali l’ossidiana (pietra nera e lucida considerata l’oro della preistoria) e da fenomeni di vulcanesimo secondario come le sorgenti termali di Gadir, le cui qualità terapeutiche furono apprezzate già dai fenici; o della Grotta Sataria (“della salute”), l’omerica grotta di Calypso dell’isola di Ogigia; o di Nikà, che sgorgano fra gli scogli della riva mischiandosi subito con l’acqua del mare; o del Bagno Asciutto, grotta naturale aperta in una grande faglia da cui arriva vapore utilizzato come sauna naturale; o ancora del bellissimo Bagno dell’acqua, chiamato Specchio di Venere, un bacino lacustre di forma ovale situato nel fondo di una depressione di origine calderica e alimentato da sorgenti termali e dall’acqua piovana. Fenomeno imponente, poi, è quello delle “Favare”, getti di vapore d’acqua anche di 100°C che fuoriescono dalla roccia a intermittenza.
Pantelleria ha un paesaggio che va dal verde della vegetazione al nero della pietra lavica, ai caratteristici “dammusi” e alle antiche costruzioni megalitiche. E le sue caratteristiche ambientali (è anche luogo di sosta per l’avifauna migratoria) ne fanno la “Perla Nera del Mediterraneo”. La vegetazione è costituita da bosco sempreverde in gran parte di Pino Marittimo e Pino d’Aleppo; macchia con Erica tra gli arbusti più diffusi; gariga con abbondante Rosmarino; steppa mediterranea. La flora consta di circa 570 entità. Piante esclusive sono il Limonium Cosyrense, Parvifolium e Secundirameum localizzata lungo le rive dello “Specchio di Venere” per il particolare chimismo delle acque del lago. L’isolamento ha conservato specie faunistiche in altri luoghi in via di estinzione. Tra i mammiferi: Asino pantesco, molto diffuso sull’isola fino a qualche decennio fa, Capra pantesca, ormai quasi estinta, Coniglio selvatico e, raramente segnalato, Gatto Selvatico. Per i rettili due rarità: Colubro ferro di cavallo e Testuggine greca la cui colonia è una delle poche rimaste (in Sicilia è scomparsa). Per gli invertebrati, un’ape mellifera di origine africana di particolare aggressività e il Grillo Talpa che vive solo nella ristrettissima zona dello Specchio di Venere.
La riserva, istituita con Decreto regionale 741 del 10.12.1998 modificato il 31.10.2001, è affidata in gestione all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.