La riserva, estesa 2.000 ettari, ricade nei territori di Enna, Piazza Armerina e Aidone ed è stata istituita a tutela di un antico rimboschimento a conifere, anche se l’aspetto più vistoso dell’area è forse la sua stratificazione di insediamenti umani. La zona, infatti, nasconde tra i boschi un patrimonio storico che la equipara a un parco archeologico nel verde, con i resti dell’abitato chiamato nel medioevo Rossomanno o Rossimanno, e in una serie di alture tra i 600-800 metri di altezza, quelli che appartengono ad età che partono dal VII secolo a. C. e dalla cui acropoli è possibile godere il panorama di gran parte della Sicilia centrale. Verso la fine del XIV secolo, però, i feudatari di Rossomanno si legarono alla fazione contraria al re Martino IV che per questo attaccò i ribelli. La città venne quindi rasa al suolo, gli abitanti deportati e il feudo passato a Enna che poi concesse ai benedettini di stabilirvi un romitorio, complesso monastico ancora oggi visibile.
La superficie è interessata da depositi marini del Pliocene Superiore che si caratterizzano per affioramenti di arenarie e sabbie che assumono morfologie fantastiche come nel caso dei Pupi ballerini (o Pietre incantate). In effetti, con l’immaginazione, queste formazioni grigiastre alte fino a 3 metri assumono l’aspetto di persone impegnate in una danza, rimaste pietrificate come per magia. Le leggende contadine e pastorali le hanno definite simboli del demonio mentre altri hanno pensato, per la loro disposizione, a un posizionamento intenzionale da parte dell’uomo preistorico. Ma in realtà è probabile che siano fenomeni (la zona è disseminata di pietre simili e fors’anche di fossili del quaternario) solo naturali. Rocce, cioè, formate da correnti di torbida pietrificate messe a nudo dal successivo dilavamento della sabbia non compatta.
Le alture sono interessate dal vecchio rimboschimento a conifere che ne rappresenta il carattere principale. La pineta che ne risulta, purtroppo soggetta a taglio e ad incendi, assume talora aspetti interessanti e le specie più rappresentate sono il Pino domestico e il Cipresso. Vi sono poi castagneti, noccioleti e zone miste con Noce, Gelso nero, Pero e Melo; ed anche Sorbo e Lazzeruolo, produttori di frutti quasi dimenticati dai siciliani. Tra gli arbusti Rosa canina e Biancospino. Tra le piante erbace Rovo, Aglio roseo, Zafferanastro, Cardo mariano, Ampelodesma e tre specie di Orchidea (Ophrys Galilaea, Tenthredinifera e Sphegodes). La fauna è tipica della Sicilia centrale con immissione artificiale di Cinghiali e Daini. Tra gli uccelli, Sparviere, Gheppio, Gazza, Storno nero.
La riserva, dotata di una delle maggiori aree attrezzate della Sicilia (vivaio Ronza), è stata istituita con Decreto Regionale 84 del 18.4.2000 ed è affidata in gestione all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.