Il nome dell’Alcantara deriva dall’arabo Al Quantarah, cioè “Il Ponte”. Nasce dalla sorgente Gacci nel Monte Calarvelo a Floresta, nei Nebrodi, e sfocia nello Ionio. E’ l’unico fiume tutelato da un parco in Sicilia. Risalendone il corso dalla foce, il primo centro abitato è Giardini Naxos. Seguono, lungo la valle, Calatabiano (dall’arabo Qalat-Bian = Castello di Biano), Gaggi (dall’arabo Karigi = canale d’acqua) e Graniti, anch’esso di origine araba. Poi Motta Camastra, dove si trovano le famose “Gole”, Francavilla di Sicilia, sede amministrativa del Parco e Castiglione di Sicilia, con il Centro di ricerca ambientale sugli ecosistemi fluviali. Più avanti Mojo Alcantara, Malvagna, Roccella Valdemone e infine Randazzo, sede di tre Parchi (Alcantara, Etna e Nebrodi). L’Alcantara è un corso d’acqua perenne e deve la sua fama alle particolari formazioni laviche che si rinvengono in alcuni tratti. In epoca preistorica, infatti, il suo alveo è stato invaso da colate laviche dell’Etna che hanno successivamente raggiunto l’antico letto del fiume e col tempo lo scorrere delle acque ha progressivamente portato alla luce il corpo lavico. I basalti colonnari, risultato del processo di erosione e del lento raffreddamento della lava, assumono varie e spettacolari forme e il sito di maggior interesse in tal senso è quello delle Gole dell’Alcantara dove l’acqua scorre tra strette pareti laviche. Lungo i 48 km percorsi fra Nebrodi, Etna e Peloritani, il fiume attraversa biotopi diversi in relazione ad altitudine, clima, suolo e pendenza dell’alveo. E proprio questi ambienti di notevole pregio hanno contribuito alla nascita del Parco, istituito con l’art. 129 della Legge Regionale n. 6 del 3 maggio 2001.
Il corso dell’Alcantara può essere diviso in 4 tratti. Fra le sorgenti e Randazzo, rimboschimenti a Castagno, Ontano napoletano, Pino nero e Faggio; negli argini, Pioppi e saliceti. Nel tratto da Randazzo a Mojo Alcantara, rada vegetazione di saliceti con erbe e arbusti, e boschi ripariali di Platano orientale, Salice bianco, Olmo minore, Frassino e del raro Ontano nero che ha qui le sue uniche stazioni siciliane. Particolarmente importante il Salice di Gussone, endemico dell’Alcantara e di alcuni corsi d’acqua della Sicilia nord-orientale. Tra Mojo Alcantara e Gaggi il fiume scorre all’interno di colate laviche e gole e sono frequenti saliceti arbustivi associati a Oleandro, Ginestra e Tamerice maggiore e ancora grande varietà di piante erbacee come Equiseti, Gigaro, Convolvolo, Incensaria comune, Canapa acquatica e di palude; tra la flora acquatica, Crescione, Sedano d’acqua, Veronica acquatica. Le fredde acque del fiume, poi, ospitano due specie di particolare valenza: Lenticchia d’acqua e Ranuncolo a pennello (Ranunculus penicillatus) che in Sicilia si rinviene solo lungo il corso dell’Alcantara e del Fiumefreddo. Nella parte fra Gaggi e la foce, infine, colture agrarie, con la vegetazione ripariale che ne ha risentito ed è scomparsa in alcuni tratti. Ricca la fauna. Tra i mammiferi: Ghiro, Riccio, Istrice, Coniglio e Gatto selvatico, rarissimo, Donnola, Martora e Volpe. Gli uccelli sono sia nidificanti che di passo, soprattutto alla foce. Tra i rapaci diurni, Falco pellegrino, Aquila reale e del Bonelli, fra i notturni Gufo comune e Barbagianni. Nei tratti aperti il Pendolino; in quelli più inacessibili la sottospecie siciliana di Coturnice e l’endemico Codibugnolo di Sicilia. Nel tratto iniziale la Cincia bigia, endemica. Fra le specie limicole il Mignattaio e il Cavaliere d’Italia. Fra i passeriformi il Merlo acquaiolo, ormai raro In Italia. Infine, Tarabuso, Martin pescatore, Cormorano, Airone cinerino e bianco e Garzetta. Tra gli anfibi, Rana verde, Rospo, Raganella e Discoglosso dipinto, piccola rana a rischio estinzione che si rinviene solo in Sicilia, il cui nome deriva dalla lingua rotonda e dal dorso macchiettato. Nelle acque del tratto terminale l’Anguilla e di rado il Granchio di fiume diventato raro per l’eccesso di raccolta a scopi alimentari.