La riserva, sita in San Gregorio di Catania (CT), è costituita da una serie di cavità sotterranee di origine vulcanica originatesi all’interno di colate laviche nel corso di un’antica eruzione che interessò il basso versante sudorientale dell’Etna. Tali gallerie di scorrimento lavico, costituiscono a volte il sistema di alimentazione sotterraneo delle colate laviche e sono formate da un lungo e sinuoso condotto che permette al fronte lavico di avanzare. Quando al termine dell’eruzione la colata si raffredda, la volta del tubo può crollare, consentendo la scoperta delle cavità ormai totalmente o parzialmente svuotate. I tubi di lava presentano diametro variabile da pochi a diversi metri, a sezione più o meno circolare o ellittica e si formano durante eruzioni vulcaniche di durata superiore al mese e che in genere possono durare anche anni. L’area comprende diverse grotte di scorrimento, quali la grotta dei Tedeschi, di piccole dimensioni; la grotta Cantarella dalla interessante morfologia, la grande grotta del Fico con due gallerie posizionate a livelli diversi, l’ampia grotta Di Bella larga 18 metri e alta oltre 8, le quattro cavità denominate Immacolatella 1, 2, 3, 4, e la grotta Micio Conti costituita da diverse gallerie per uno sviluppo complessivo di oltre 350 metri. Alle cavità si accede in genere attraverso aperture nella volta, da cui spesso pendono gli apparati radicali della soprastante vegetazione. Si tratta di un complesso di grande interesse scientifico sia per la serie di sale e gallerie di ampiezza singolare che si succedono per centinaia di metri, alcune tappezzate da stalattiti e tracce dei flussi magmatici, sia per i popolamenti faunistici che vanno dai Molluschi, agli Aracnidi, ai Crostacei, fino ai mammiferi Chirotteri.
L’area epigea della riserva, che si estende per circa 20 ettari, è caratterizzata da affioramenti basaltici costituiti da colate laviche di epoca protostorica. Per il paesaggio vegetale, la lunga destinazione di quest’area a coltivi e poi a pascolo ha comportato in parte la degradazione dell’originaria copertura arborea. Sulle grosse rupi si rinvengono aspetti della macchia ad Euforbia arborescente associata a Olivastro, Terebinto, Alaterno, Salsapariglia, Asparago pungente e Asparago bianco. La vegetazione erbacea che colonizza le aree più degradate annovera diverse specie tipiche degli incolti aridi e degli ambienti ruderali. La fauna è quella tipica mediterranea che va dal Coniglio selvatico alla Civetta, al Barbagianni ecc..
La riserva, istituita con Decreto dell’Assessorato regioanle al Territorio e Ambiente del 4 novembre 1998, è affidata in gestione al Cutgana dell’Università di Catania.