La riserva interessa un breve tratto della costa meridionale della Sicilia: quella più tipicamente “africana”. E’ questo uno dei pochi lembi residui, e perciò straordinariamente importante, di quel paesaggio che in passato doveva caratterizzare quasi per intero il litorale mediterraneo. Qui, in particolare, nel tratto composto da finissime sabbie tra Marinella di Selinunte e il promontorio di Porto Palo di Menfi, si è in presenza di un sistema di dune alte sino a sei metri che si estende per circa 5 km e si spinge verso l’entroterra anche per 70/80 metri e quindi di una zona fociale assai affascinante e ricchissima di vegetazione ormai rara.
Sia la foce del Belice, con depressioni saltuariamente inondate dall’acqua marina, che le dune costiere, continuamente modificate dall’azione dei venti, ospitano una comunità vegetale ed animale di rilievo. Nonostante le difficili condizioni ambientali di tipo sub-tropicale (poche precipitazioni; alte temperature; carenza di sostanze nutritive; azione del vento), le dune sono colonizzate da una flora che va dalle erbe striscianti ai cespugli e dai piccoli alberi ai radi e delicati fiori, i cui apparati radicali sono spesso essenziali per il consolidamento delle dune stesse. Tra queste spiccano il superbo e profumato Giglio marino (Pancratium maritimum), ormai rarissimo in Sicilia a causa del disturbo arrecato dall’uomo al delicato ecosistema dove questo fiore vive; lo Zigolo delle spiagge; il Ravastrello marittimo; il Papavero cornuto; la Calcatreppola marina; la Soldanella; l’Eringio marino; la Santolina delle spiagge; la Onnide; lo Sparto pungente, una graminacea perenne che inizia a stabilizzare la duna; l’Erba San Pietro; l’Euforbia marina e, quindi, gli alberelli di Tamericio e le Acacie. Nei pressi della bellissima foce del Belice e lungo le sue rive, poi, attecchiscono Canne, Carici e alcune Tifacee.
Numerosi sono gli uccelli tra i quali Aironi Cinerini, Martin pescatori, Ghiandaie marine, Anatre, Gabbiani, oltre ad un’avifauna peculiare che nidifica e si riproduce nella riserva (Cannaiole, Averle capirosse), mentre nelle bassure retrodunali si possono scorgere Cuculi, Ghiandaie marine, Rigogoli. Significativa la presenza del singolare Brachitripe capogrosso, un grillo color sabbia con il capo molto grande e, tra i rettili, del Ramarro, il più grande sauro siciliano. Particolarmente interessante la Cavalletta delle graminacee (Orchirillidia sicula), endemismo presente in Sicilia in poche stazioni e sull’orlo dell’estinzione.
La riserva integrale, estesa circa 240 ettari nei Comuni di Castelvetrano e Menfi (TP), è stata istituita con Decreto regionalede del 14.3.1984 rettificato il 20.5.1984 e modificato il 2.7.1988 ed è affidata in gestione alla Provincia di Trapani.