La Grotta dei Puntali, cosiddetta per le conformazioni al soffitto, si apre nel Monte Pecoraio, in territorio del Comune di Carini (PA), a circa 90 metri s.l.m. e a meno di un chilometro dal mare. E’ una cavità a sviluppo orizzontale, di circa 150 metri di lunghezza e 15 metri in media di larghezza, su due livelli. Verso l’interno si restringe, diventa tortuosa, adorna di concrezioni carbonatiche e presenta un reticolo di cunicoli raccordati da pozzetti. Ha restituito resti fossili di grande interesse ed è molto conosciuta per la magnifica collezione di mammiferi estratta nel 1868-70 dal Gemmellaro il quale vi scavò una notevole quantità di ossa di animali: per lo più elefanti (“Elephas mnaidrensis”) del Pleistocene medio. Dalla grotta proviene uno scheletro completo di Elefante nano che oggi si trova al Museo Geologico dell’Università di Padova. Durante scavi nel 1909 furono rinvenuti anche i resti di una nuova specie di “Megaceros” (cervo). Negli anni fra il 1925 e il 1946 furono effettuati una serie di scambi per cui oggi parte del materiale proveniente dalla grotta è custodito in molti Musei italiani. Gli ultimi scavi di cui si ha notizia certa sono del 1977, eseguiti da un’èquipe del Museo di Paleontologia dell’Università di Roma. La lista faunistica completa estratta, datata fra 160.000 e 240.000 ann fa, è composta da: Elefante, Ippopotamo, Iena, Bue primigenio, Bisonte, Cervo, Cinghiale e su questi resti si sviluppò la leggenda, avallata dallo storico Fazello, di un mitico popolo di giganti abitatori della Sicilia in tempi antichi.
La grotta è conosciuta anche per le manifestazioni artistiche parietali preistoriche. A sinistra dell’ingresso sono state rinvenute incise due figure zoomorfe, un’equide ed un piccolo cervo, ed una terza figura parziale di un bovide su di una pietra. Il cervo, di piccole dimensioni, privo della testa è rappresentato di profilo con gli arti dritti, l’equide con la testa protesa in avanti nell’atto di brucare. Tra i reperti, punti di selce, lame, grattatoi e bulini e frammenti ceramici di vasi con decorazioni.
La Fauna cavernicola è caratterizzata dalla presenza di vari tipi di ragni e sopratutto da Chirotteri (6 specie conviventi) a rischio estinzione.
La riserva, istituita con Decreto regionale n. 795/44 del 9 novembre 2001, è affidata in gestione al GRE Gruppi Ricerca Ecologica.