La riserva naturale integrale Grotta di Sant’Angelo Muxaro (che prende il nome dal territorio del comune dove ricade la grotta) è stata istituita con il Decreto Assessoriale 806/44 del 28 dicembre 2000 in quanto grotta che “riveste un notevole interesse per lo studio della circolazione idrica attuale e passata della speleogenesi in rocce gessose”.
La grotta è un grande antro-inghiottitoio che si apre alla base meridionale del rilievo di gessi selenitici formatisi nel periodo Messiniano (Miocene superiore) su cui si è sviluppato l’abitato di Sant’Angelo Muxaro. È meglio conosciuta localmente come “Grotta delle Ciavule” per via della cospicua colonia di taccole (uccelli simili ai corvi che in siciliano vengono chiamati, per l’appunto, ciàule) che ne frequentano l’antro. La grotta si articola in due rami: il primo dal punto di vista geomorfologico è un inghiottitoio fossile perché adesso l’acqua si ingrotta ad un livello più basso a causa dell’approfondimento del sistema carsico. Dal secondo ramo, invece, si può accedere alla parte attiva della grotta che ha uno sviluppo orizzontale di oltre un chilometro dove sono presenti suggestive cascatelle, un laghetto e varie formazioni di calcari, sali e gessi anche sotto forma di cristalli di diversi colori, forme e dimensioni; la galleria termina con un sifone inaccessibile e le acque confluiscono nel Vallone Ponte, un affluente del fiume Platani.
La flora e la fauna sono quelle tipiche delle grotte: pipistrelli come volatili e muschi, alghe e licheni come vegetazione. Nei pressi dell’ingresso della grotta vi sono anche coltivazioni di cereali, mandorli e pistacchi e tra i cespugli di macchia mediterranea sono presenti diversi ramarri.
Scavate nel colle di Sant’Angelo Muxaro (che si ipotizza sia stata la mitica Kamikos, città del re sicano Kokalos la cui storia si intreccia con la leggenda di Dedalo e del labirinto di Creta dallo stesso progettato) sono state ritrovate numerose tombe a tholos, le più grandiose di Sicilia, con segni architettonici inconfondibili della cultura micenea. Vi sono stati rinvenuti oggetti di grande pregio: anelli d’oro, anfore di ceramica, gioielli di bronzo e una patera d’oro di rara bellezza che si trova al British Museum di Londra.
Il sito è raggiungibile percorrendo la SS 118 Agrigento-Palermo fino a Raffadali e poi proseguendo per 15 km in direzione Sant’Angelo Muxaro; arrivati alla base sud-orientale del colle su cui si sviluppa l’abitato, un sentiero di 500 metri conduce all’ingresso della grotta.
La riserva è affidata in gestione a Legambiente Comitato Regionale Siciliano.