La riserva si estende per 11 ettari in territorio di Melilli (SR) ed è costituita da un pianoro carsico a mezza costa dei Monti Clìmiti. Qui vi è l’ingresso della Grotta, costituito da una voragine formatasi in seguito al crollo della volta di una sala. L’ambiente epigeo comprende interessanti forme di carsismo superficiale e flora e fauna mediterranei. L’ambiente ipogeo è caratterizzato da un popolamento faunistico di specie troglofile e troglobie, alcune endemiche. La grotta, utilizzata dall’uomo sin dalla preistoria, è una cavità carsica fossile, cioè non più interessata da circolazione d’acqua. Ha uno sviluppo di 800 metri e l’ingresso è costituito da una voragine in fondo alla quale si può giungere solo con corde e scalette speleologiche. Superata una serie di angusti cunicoli si perviene alla grande “Sala dei Vasi”, così detta per il rinvenimento negli anni ’60 di due vasi a clessidra della fase castellucciana, successivamente trafugati da ignoti. Da qui si arriva alla “Sala del Guano”, vasto ambiente con un’alta volta a cupola dove vive una colonia di pipistrelli. Da qui si dipartono due ramificazioni: “Ramo del Geode” e “Ramo del Laghetto”. Nella grotta sono stati rinvenuti resti ossei fossili di grossi vertebrati, quali Cinghiali, Ippopotami, Cervi, Lupi, Volpi, Buoi selvatici.
Sulle culminazioni rocciose della riserva si rinvengono Ogliastro, Alaterno, Mirto, Calicotome, Cappero. Nei tratti pianeggianti Timo, Camedrio doppio, Canutola, Ononide, Salvione giallo e Spinaporci, rosacea con poche stazioni isolate nell’Italia centro-meridionale. Nel suolo roccioso abbondano Barbone, Barboncino mediterraneo e Ferulago, specie presente in Sicilia solo negli Iblei. Per la fauna, tra gli uccelli si annoverano Gazza, Passero solitario, Gheppio, Falco pellegrino, Airone cenerino, Piccione selvatico e Colombaccio. Il popolamento faunistico cavernicolo comprende essenzialmente una importante componente guanobia. Di particolare interesse la presenza di animali che compiono interamente il loro ciclo biologico in grotta, come lo pseudoscorpione Roncus siculus, specie endemica.
La riserva, istuituita con Decreto regionale del 4 novembre 1998, è affidata in gestione al Cutgana dell’Università di Catania.