Peculiarità della riserva è il fatto che vi cresce spontanea una pianta rarissima: la “Falsa sanicola” (“Petagnaea gussonei“), specie endemica relitto della flora del Terziario (da 65 a 2 milioni di anni fa), tutelata dalla Convenzione di Berna e inclusa nella “Lista Rossa” delle piante a rischio di estinzione (questo è l’unico areale al mondo). Si è conservata grazie alle particolari condizioni di altitudine, umidità e temperatura che si sono venute a creare nel vallone e al fatto che le acque sono fresche e correnti. L’influsso che il mare Tirreno ha sul versante nord dei Nebrodi, infatti, è tale che un’intensa umidità si incanala lungo i valloni e si mantiene grazie alla ricca copertura arborea. Il Vallone Calagna (o Calagni) scende dalla sorgente “Padirà” ed è un ambiente umido, ricco di vegetazione acquatica, nel quale anticamente funzionavano mulini ad acqua. Poco distante, a 600/700 metri di quota, si trova Tortorici, immersa nel verde alla confluenza di tre torrenti che le hanno regalato fertilità ma pure disastrose alluvioni. La leggenda la vuole fondata dai troiani lasciati da Enea sulle coste sicule.
Nella riserva si trovano Ranuncolo strisciante, Clinopodio dei boschi, Giunco comune, Trifoglio dei prati, Geranium versicolor, Viola reichenbachiana, Sanicula europea, Fragolina di bosco, Primula, Erba Roberta, Nontiscordardime, Coda cavallina, Capelvenere. Dell’Era Terziaria sono sopravvissuti il Tasso e l’Agrifoglio, anch’essi veri e propri relitti botanici, ma la regina rimane la Falsa sanicola che vegeta lussureggiante. Deve il suo nome al fatto che le foglie somigliano a quelle della Sanicula ma dalla quale si differenzia profondamente. In inverno si nota poco ma in primavera dalla massa fogliare si diparte uno stelo su cui si formano infiorescenze di delicati fiorellini bianchi. Da citare, infine, il nocciolo il cui frutto viene impiegato nell’industria dolciaria e, per il tannino, farmaceutica. Tra i mammiferi si citano: Istrice, Donnola, Daino, Cervo, Gatto selvatico, Capriolo, Martora. Per gli anfibi: Disco glosso dipinto e Rana verde. In zona inoltre, hanno trovato il loro habitat il Corvo imperiale, il Nibbio reale e il Falco pellegrino.
La riserva, integrale, che ingloba il caratteristico borgo di Padirà e ricade in territorio del Comune di Tortorici (ME), si estende per circa 30 ettari ed è stata istituita con Decreto regionale del 26.7.2000. E’ sottoposta a vincoli molto rigidi a tutela della sopravvivenza della specie protetta e delle altre rare ed è affidata in gestionene all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.