Estesa 2700 ettari in territorio dei Comuni di Avola, Noto e Siracusa, la riserva è una delle più spettacolari di Sicilia. Consiste in un lungo e profondo canyon – il più grande d’Europa – che il fiume Cassibile ha scavato nel corso dei secoli. In certi punti è profondo anche 300 metri e si snoda per chilometri di gole, laghi e cascate di una bellezza selvaggia e conturbante: un vero e proprio gioiello per la ricchezza del suo patrimonio naturalistico, storico e archeologico.
Il maestoso scenario si può già osservare dal belvedere di Avola Antica da dove inizia un sentiero che scende verso il fondovalle e, dopo una gradinata scavata nella roccia, porta in vista del fiume e quindi a tre piccoli laghetti smeraldini e cascatelle dove si può fare il bagno (e berne anche l’acqua, di certo fino a qualche anno addietro). Il posto è simle all’Eden e qualcuno è arrivato anche a parlarne come di una “metafora dell’armonia cosmica”.
Di sicuro in Sicilia non esistono altri paesaggi fluviali come questo e la suggestione dell’ambiente naturale si fonde col mistero degli antichi oratori e delle necropoli scavate nella roccia. Sul versante nord c’è un agglomerato di abitazioni rupestri, simile a quelli di alcune tribù Pellerossa in America. Nella zona a sud un sistema di abitazioni scavate nella roccia, disposte una accanto all’altra su sei diversi livelli collegati da cunicoli e gallerie. E al margine nord-est varie necropoli antiche nelle quali sono stati trovati particolari ceramiche e ricchi corredi tombali, con una tipica spilla per abbigliamento detta “Fibula del Cassibile”.
Per la flora è da citare il Platano orientale, presente anche con individui secolari di dimensioni notevoli. Albero che qui assume un valore ecologico importante perché più ad ovest di questo territorio non ci sono più Platani orientali allo stato spontaneo. La presenza più affascinante, però, è quella di ben 34 specie diverse di orchidee selvatiche tra cui un misterioso endemismo: L’Orchidea di Bianca (“Ophrys biancae”) dedicata al suo scopritore, il botanico Giuseppe Bianca di Avola. Per la fauna, nella boscaglia vive l’Occhiocotto, uccellino tipico della macchia mediterranea. Sui cieli della vallata si possono avvistare il Falco pellegrino o il Falco lanario o ammirare la tecnica di caccia del Gheppio mentre, sospeso in aria ad ali aperte, fa lo “Spirito Santo”. Qui vive la rara e velocissima Coturnice di Sicilia, l’Upupa, che vi nidifica, e tanti altri uccelli. I mammiferi sono rappresentati da Gatto selvatico, Martora, Istrice, diverse specie di serpenti come il coloratissimo Leopardino, il Liscio e quello di Esculapio. E ai margini della riva, tra i sassi, in prossimità della tana cui fa la guardia, vive il Granchio di fiume, un tempo molto diffuso in Sicilia ma oggi a rischio estinzione.
La riserva è stata istituita con Decreto regionale del 14 marzo 1984 e poi reistituita, a seguito di diverse sentenze TAR e CGARS, con Decreto regionale del 13 luglio 1990. Dal 1997 è affidata in gestione all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.