Panarea è la più piccola e meno elevata delle Eolie. Il suo nome deriva da Panaraia cioè “tutta sconnessa” e anticamente era chiamata Euonymos, cioè “quella che sta a sinistra” (della rotta da Lipari alla Sicilia). E’ l’isola più antica dell’arcipelago e quella esistente oggi è ciò che rimane dell’originaria che a seguito di un’eruzione vulcanica è in buona parte sprofondata formando la serie di isolotti viciniori (Basiluzzo, Dattilo, Bottaro, Lisca bianca, Lisca nera il cui suggestivo arco naturale è stato distrutto da una mareggiata, i Panarelli e le Formiche) staccati tra di loro ma uniti in fondo al mare. L’isola è estesa 340 ettari (283 a riserva) e il promontorio più alto, Punta Corvo, è a m. 421 slm. L’isola ha configurazione scoscesa e frastagliata, con una sequenza unica di insenature, scogli e spiagge incontaminate. Tra le più importanti: Cala Junco, stupenda piscina naturale di acqua trasparente dalle inverosimili striature verdi, turchesi e blu, vicina all’incantevole Caletta degli Zimmari. Queste due spiaggie sono le uniche raggiungibili via terra. Le altre, raggiungibili solo via mare, sono: Lisca Bianca, che prende il nome dal colore della roccia dovuto alle fumarole e bolle solforose per millenni in attività; Basiluzzo, isolotto a forma di cupola con pareti a picco sul mare e dove da uno scalo naturale un sentiero conduce fino in cima; Spinazzola, scoglio inaccessibile con una colonia di palme nane unica in Europa. L’interno è più accessibile sulla costa orientale e meridionale che accoglie i centri abitati, mentre la costa Occidentale e Settentrionale presenta ripide falesie. Per la flora si segnalano piante molto rare quali Wahlembergia nutabunda, Silene hicesiae, Seseli bocconei, Scabiosa cretica, Ophrys lunulata; per la fauna due sottospecie endemiche di lucertole negli isolotti di Bottaro (Lacerta sicula trischittai) e Lisca Bianca (Lacerta sicula lisca biancae) e le colonie di uccelli nidificanti sulle pareti del versante ovest.
L’isola è stata abitata sin dal III millennio a.C. grazie alla sua posizione felice e alla natura verdeggiante. Presso Capo Milazzese (antico porto dell’isola) è stato riportato alla luce un villaggio preistorico dell’età del bronzo. Fu abitata fino al periodo romano. Dal V al VI secolo la pirateria arabo-turca impedì l’ulteriore sviluppo e l’isola rimase quasi disabitata. Oggi è meta di un turismo di alto livello ed è anche l’isola dei single e dell’amore per il clima romantico che si respira, come nelle stradine, senza illuminazione e percorribili solo a piedi o in moto-ape. La riserva, istituita con Decreto Regionale 483 del 27.7.1997, è orientata per l’isola maggiore, integrale per Punta Milazzese e gli isolotti minori. La gestione è affidata all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.