La riserva si estende per circa 370 ettari di territorio e quindi, tranne il quadrante sud-est, praticamente su tutta l’isola che è di 5 Km quadrati e ha forma quasi perfettamente conica. E’ stata istituita con Decreto regionale n. 484 del 25 luglio 1997 ed è affidata in gestione all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.
Alicudi è la più occidentale, inaccessibile e selvaggia delle Eolie e le sue coste scoscese e ripide costituiscono la parte emersa di un vulcano spento, molto più antico dell’Etna, sorgente da 1.500 metri di profondità fino al Filo dell’Arpa, il punto culminante dell’emerso, a 675 metri s.l.m.. Non sono documentati fenomeni di vulcanismo secondario come sorgenti calde e fumarole. Si osserva però il fenomeno singolare dei soffioni con emissioni di aria a temperatura costante (7° C) detti localmente “rifriscatura”. Sono anche presenti piccole vasche scavate nella roccia con acqua sulfurea, le cosiddette “Chiappe lisce”. La fauna è molto varia e ricca e in primavera e autunno transitano uccelli migratori come Pellicani, Aironi rossi e cenerini, Gru, Oche selvatiche, Anatidi, Cormorani, Fenicotteri, Quaglie e Cigeri mentre le specie stanziali più interessanti sono la Berta maggiore e minore, chiamata localmente “araghiune”. Tra i rapaci è frequente il Falcone mediterraneo, il Lodolaio, il Falcone della regina e il Falco cuculo.
Si dice che il colore caratteristico dell’isola sia il viola delle eriche – da cui prende il nome, tratto dall’antico “Ericusa” – ma in estate sembra che tutti i colori si siano dati appuntamento sul posto, insieme a un nugolo di farfalle multicolori. Un paesaggio a dir poco pittoresco, con case bianche inerpicate sulle ripide e aguzze pendici, immerse tra piante di erica, canne, fichi d’india, cespugli di capperi e buganvillee. E’ abitata da circa cento abitanti solo sul versante orientale connesso da impervie mulattiere e migliaia di gradini rocciosi (“princhi”). Data la particolare conformazione del terreno, infatti, mancano del tutto strade o viottoli carrozzabili e quindi anche auto, motorini o biciclette. In pratica ad Alicudi la ruota non serve proprio e per affrontare le scalinate di pietra lavica ci si affida ai propri piedi e agli asini per il trasporto di cose. Ma le aragoste, ovviamente, sono prelibate e i funghi pure. Un luogo incredibile. L’unica spiaggia raggiungibile a piedi è quella del porto mentre il resto sono tutte fruibili solo via mare. Lo “Scoglio Galera” è ricco di flora e fauna marina con attorno acque cristalline ed incontaminate mentre la “Sciara dell’Arpa” è un profondo vallone che scende in mare direttamente dalla cima della montagna. L’isola è stata per secoli bersaglio delle incursioni dei pirati. Quindi la sua popolazione fu costretta a trovarsi un riparo in casette costruite su terrazzi a mezza costa e in una specie di fortino naturale – il misterioso e quasi inaccessibile “Timpone delle Femmine” – dove durante le incursioni venivano rinchiuse le donne per evitare che fossero rapite.
Alicudi, rimasta isolata per secoli, è celebre nell’immaginario eoliano per essere un paese di streghe, sciamani, oracoli e i locali ricordano ancora a memoria magiche filastrocche che dicono di donne che di notte volano sulle barche per andare a divertirsi chissà dove o di uomini, discendenti dalla stirpe dei tagliatori di trombe marine, che conoscono la formula magica per contrastare la forza del vento. D’altronde “Alicudi è lontana, fuori dal tempo e pare una sirena che canta col vento” ha scritto tempo addietro un anonimo turista all’inizio di una sua poesia. E chi fosse per avventura interessato all’argomento può forse ancora leggerne il resto dei versi nell’unico bar del porto.