La spettacolare laguna dello Stagnone, la più grande dell’isola, si estende su un’area di 2.000 ettari lungo la costa da Trapani a Marsala, tra Punta S. Teodoro e Capo Lilibeo. E’ una delle prime riserve naturali ad essere stata istituita in Sicilia e presenta un ambiente di enorme interesse naturalistico e di grandissima suggestione paesaggistica. La laguna abbraccia le saline ancora in attività (da giugno a ottobre la raccolta) e comprende le isole di San Pantaleo, Santa Maria, La Scuola e Isola Grande che chiude in mare lo specchio d’acqua dell’arcipelago. Allo Stagnone sembra di entrare in un paesaggio di fiaba. Al tramonto le saline si tingono di mille sfumature di rosa fino al rosso grazie ad una particolare micro-alga che conferisce questa colorazione variabile con la densità. Alga, peraltro, che consente la vita a un crostaceo, l’”Artemia salina”, di cui vanno ghiotti Aironi rossi e Fenicotteri rosa che assumono così la colorazione legata al loro nome.
L’area, trasformata in salina già dai Fenici, offre condizioni di vita ottimali per piante e animali: presenta infatti una rigogliosa vegetazione, dai Pini d’Aleppo alle Palme nane, e da magnifici fiori, dai Gigli marittimi alle Mandragore, dalle Rotulee alle Ferule, da alcune splendide varietà di orchideacee ai Gladioli e alle rarissime Calendule marittime che fioriscono solo qui e in Spagna. Varia e di grande interesse anche l’ornitofauna e tra uccelli migratori o nidificanti si possono osservare: Mignattai, Garzette, Aironi cenerini e rossi, Fenicotteri, Pittime reali, Avocette, Gheppi, Fischioni, Volpoche, Pivieri, Fratini, Cavalieri d’Italia, Tarabusi, Martin pescatori, Folaghe, Cormorani, il Verzellino, la Calandra, il Cardellino e la Cappellaccia. Splendide, infine, le praterie di Posidonia nei fondali della laguna.
Ma lo Stagnone – unicum irripetibile per l’intreccio fra storia e natura – è famoso anche per l’archeologia: l’isola di San Pantaleo è sede della città fenicia di Mozia, magnifico giardino mediterraneo, esempio di equilibrio perfetto tra paesaggio e monumenti; uno dei siti archeologici più importanti del mondo. Nel suo museo sono custoditi reperti splendidi (fra cui la statua in marmo bianco del “Giovinetto con tunica” e la “Maschera ghignante” di significato apotropaico), mentre sulle rive si possono ammirare i resti della “Casa dei Mosaici” o alcune stele in pietra del luogo dove venivano offerti sacrifici a Tanit, dea del mare e della fecondità ma anche della vita e della morte. Sui fondali, inoltre, è stata recuperata la nave punica attualmente visibile al Baglio Anselmi di Marsala e resti di altre navi sono stati avvistati. Vi è anche un piccolo porto artificiale con fondo lastricato e una strada sommersa di 1800 metri, ben visibile dall’alto e pavimentata in basolato calcareo, che collega l’isola alla costa. La strada, del VI sec. a.C., consente con la bassa marea di raggiungere Mozia anche a piedi, attraverso il mare, bagnandosi appena.
La riserva, istituita con Decreto regionale n. 215 del 4.7.1984 modificato con successivi del 27.10.1992, 15.6.1996 e 24.5.2000, è gestita dalla Provincia di Trapani.