La riserva consiste in alcuni laghetti lungo una spiaggia ghiaiosa ai piedi di una spettacolare falesia. Trovandosi sul colle di Tindari (ME) non si può non ammirare uno dei panorami più belli del litorale tirrenico e sporgendosi dalle balconate rivolte verso il mare ai limiti dello strapiombo lo sguardo si perde in un orizzonte sul quale si distinguono le isole Eolie e il capo Milazzo con la sua inconfondibile “falce” mentre in primo piano una striscia di sabbia parte dai piedi del colle e si lancia verso il mare assumendo di volta in volta, come per magia, forme e dimensioni diverse a seconda delle correnti e delle maree. I laghetti ebbero origine in seguito a trasformazioni del torrente Timeto; opere che produssero un accumulo di sedimenti che, trasportati verso il mare dal torrente, hanno dato vita alle prime lingue di sabbia. Le particolari caratteristiche geologiche del fondale marino ai piedi del colle, quindi, hanno fatto il resto. Oggi la laguna copre un’area di circa 400 ettari ed è stata dichiarata riserva naturale per via del suo fragile ecosistema biologico. Esistono sette stagni, ognuno dei quali vive e si sviluppa autonomamente. I più grandi sono il lago Marinello, isolato dal mare, che ospita vegetazione lacustre e palustre, il Mergolo, detto della Tonnara e il Verde, che hanno assunto carattere marino. Le acque dei laghetti più interni sono dolci mentre quelle più vicine al mare sono più salate. Un fatto curioso accadde nella primavera del 1982: a seguito di una serie di forti mareggiate, il maggiore dei laghetti assunse la forma particolare di un netto profilo di donna che sembrava cullare un bambino in grembo, che i locali identificarono con la miracolosa Madonna Nera la cui statua, dalle misteriose e antiche origini, risiede nel Santuario in cima alla falesia. Un antico sentiero, denominato Antigone, percorre tutta la laguna verso nord e arriva alla Rocca Femmina. Da qui è possibile raggiungere un sentiero esterno alla cinta muraria della città antica di Tyndaris e dal vicino sentiero Coda di Volpe ridiscendere nella zona lagunare.
Nella riserva sono presenti alcune specie endemiche piuttosto rare delle acque salmastre come il Piovanello Maggiore, la Xyrichthys novacula, la Pittima Minore, l’Albastrello. Constatata pure la presenza della Buenia affinis, pesciolino di grande importanza scientifica e della vongoletta locale, quasi in estinzione. L’area rappresenta anche luogo di sosta degli uccelli migratori. La flora è presente in ambienti diversi e va dalla vegetazione tipica delle acque salmastre e delle dune a quella caratteristica della macchia mediterranea: Canna arundinaria, Erica, Mirto, Euforbia, Fichi d’india, Capperi.
La riserva, istituita con Decreto regionale del 10 dicembre 1998, è affidata in gestione alla Provincia di Messina.