Il Monte Pellegrino è un massiccio montuoso dalla forma allungata che domina la città di Palermo e la Conca d’oro dai suoi 609 metri e chiude a nord il Golfo di Palermo e a sud quello di Mondello. Si protende sul mar Tirreno ed ha incantato scrittori e artisti tra cui Polibio e, molti secoli dopo, Goethe che lo definì “il promontorio più bello del mondo”.
La Riserva copre un’area di circa 1.050 ettari e comprende la Real Tenuta della Favorita che giace ai piedi del versante ovest del massiccio. Vi sono state catalogate 134 grotte di interesse scientifico. Si trovano sul fianco nord-orientale e durante la preistoria furono in parte utilizzate come abitazioni. In una, all’Addaura, si trova un ricco complesso d’incisioni raffiguranti uomini ed animali mentre un gruppo di personaggi circonda due figure centrali. Forse acrobati nell’atto d’effettuare giochi o partecipanti ad un rito. Sul Monte si trovano pure il Castello Utveggio, costruito nel 1932 e trasformato in una scuola internazionale per quadri dirigenziali e, a quota 429 metri, il Santuario di Santa Rosalia, patrona di Palermo, edificato all’interno della grotta dove sono state ritrovate le ossa della Santa, con la facciata seicentesca addossata alla roccia.
Le pareti scoscese del monte sono l’habitat di specie tipiche delle rupi costiere quali Palma nana, Fico d’India, Cappero, Cavolo rupestre, Erba perla, Euforbia di Bivona, Garofano di rupe, Vedovina delle scogliere e Fiordaliso delle scogliere. Alle falde il Leccio, l’Orniello, il Carrubo, il Corbezzolo, l’Alloro, il Lentisco, il Sommacco, l’Olivastro, l’Alaterno, l’Euforbia arborea, la Salsapariglia. Nel sottobosco splendide orchidee mentre la zona della Favorita è occupata da agrumeti, orti, frutteti e da zone rimboschite a conifere. L’area ospita mammiferi come la Volpe, la Donnola, l’Arvicola del Savi e il Coniglio selvatico ed è di notevole interesse ornitologico per le migrazioni e le specie svernanti come la Pispola, la Passera scopaiola e molte nidificanti fra cui la Sterpazzolina. Tra i rapaci, oltre al Falco pellegrino a cui il monte deve il nome (ma secondo altri deriva da “peregrinus” cioè impervio) vi nidificano la Poiana, il Gheppio, il Barbagianni, l’Assiolo e la Civetta. Tra gli anfibi da citare il Discoglosso dipinto e il Rospo smeraldino siciliano con una colonia nel Gorgo di Santa Rosalia, una pozza naturale vicina al Santuario.
La riserva è stata istituita con Decreto regionale del 6 ottobre 1995 modificato il 13 novembre 2001 ed è affidata in gestione all’Associazione Rangers d’Italia.