La riserva, estesa 4.600 ettari, ricade nei comuni di Altavilla Milicia, Trabia, Ventimiglia di Sicilia, Caccamo, Baucina e Casteldaccia, tutti in provincia di Palermo. Vanta paesaggi naturalistici pittoreschi e variegati in cui zone umide e verdeggianti lasciano il passo ad altre più rupestri. E’ costituita dal complesso dei Monti di Calamigna e comprende Pizzo Calofaro (m. 1024), Pizzo Trigna (m. 1257), Pizzo del Leone (m. 1119 ), Pizzo Selva a Mare (m. 874), Monte San Onofrio (m. 806) e Monte San Michele (m. 715). L’imponente massiccio sovrasta un’ampia vallata ed è una sorta di altipiano su cui scorre un reticolo di corsi d’acqua. Dalla lettura del paesaggio, quindi, emergono diversi ambienti naturali: rupestre, vallivo costituito da boschi, prativo e umido lungo il corso dei torrenti. L’ambiente rupestre ospita piante endemiche o rare. Nelle ripide pareti vi sono cespugli di Euforbia arborea, Olivastro, Leccio. Si trovano anche Cavolo rupestre, Ciombolino siciliano, altre euforbie come quella del Bivona-Bernardi e la Coniza rupestre. I boschi naturali sono lembi relitti di Leccio, Quercia da sughero e querce caducifoglie, frammisti ad Orniello, Acero campestre e, più raramente, trilobo. Il sottobosco ospita cespugli di rosacee, Pero mandorlino, Rosa sempreverde, Biancospino comune, Erica arborea, Ginestra spinosa, Citiso trifloro. Presenza molto interessante è l’Agrifoglio nelle parti sommitali.
L’habitat rupestre è il regno del Falco pellegrino e anche dell’Aquila reale. Un tempo ospitava i nidi del Capovaccaio, ora presente solo sporadicamente, avvoltoio migratore chiamato anche Pasqualino perché i primi arrivi in Sicilia avvengono a Pasqua. Per il resto Cince, Scriccioli, Picchi rossi maggiori e Rampichini. Tra i predatori, Donnola, Martora, Gatto selvatico e Volpe. Tra i roditori l’Istrice. Per i serpenti il Colubro liscio, il Biacco e la Vipera. In questa riserva vive una consistente popolazione di Lepre appenninica (Lepus corsicanus), di eccezionale importanza perché considerata sottospecie della Lepre europea, pare sia invece una specie a se stante: endemismo dell’Italia centro-meridionale, della Sicilia e della Corsica. Attualmente è “a rischio” per la concorrenza con le lepri europee introdotte a scopo venatorio nei suoi habitat.
Nella riserva si trovano tre grotte – la Mazzamuto, la Brigli e la Leone – dove sono state ritrovate tracce di insediamenti preistorici. D’interesse pure la Valle del Corvo nonchè il ponte Saraceno e il monastero di San Isidoro sulla strada che sale a Ventimiglia. Istituita con Decreto regionale n. 83 del 18 aprile 2000, la riserva è affidata in gestione all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.