La riserva salvaguarda “l’avifauna migratoria e stanziale che trova ricetto nel sistema di bacini di cui è costituita la salina”, ultimo lembo rimasto di una zona umida che occupava un ampio tratto di costa tra Priolo e Marina di Melilli (SR). E’ stata istituita con Decreto regionale del 28 dicembre 2000 e come gestore è stata individuata la LIPU – Lega Italiana Protezione Uccelli che negli anni aveva messo in osservazione l’area. La zona, infatti, aveva subito pesanti trasformazioni e in circa trent’anni si erano perdute vaste e importanti sezioni di quelle che un tempo erano “le più vaste saline siciliane”, dove l’attività di produzione del sale è documentata già dal 1200. A poche centinaia di metri c’è la Penisola Magnisi, area di inestimabile valore archeologico (necropoli a grotticelle di Thapsos e fondamenta delle abitazioni del primo villaggio organizzato conosciuto in Sicilia) e naturalistico, il cui fascino è stato decantato anche da Virgilio, Ovidio e Tucidide. Da sfondo il bellissimo bastione montuoso del Monte Climiti. A pochi chilometri Siracusa.
Qui in ogni stagione si possono osservare stormi di uccelli. In autunno Fenicotteri, Aironi cenerini, Garzette mentre in inverno Anatre, Mestoloni, Germani e Codoni. La primavera invece è teatro dei migratori (Gambecchi, Piovanelli, Combattenti) in volo verso i siti di nidificazione del nord Europa per poi dare ospitalità ai nidificanti: i Cavalieri d’Italia, il Fraticello o i Fratini. In tarda estate c’è la partenza dei nidificanti e poi tutto ricomincia da capo e la riserva torna ad essere luogo di sosta per i tanti uccelli che passano per raggiungere e le coste africane e oltre.
Nell’area sono state censite 216 specie di uccelli, circa il 40% di quelle osservate in Italia. Tra queste, la poco comune Sterna maggiore, scelta come logo della Riserva perchè vi si osservano in migrazione autunnale i contingenti più elevati d’Italia con conteggi stagionali di 150-350 individui. Rilevante anche la nidificazione di anatidi quali la Moretta tabaccata, la Volpoca e il Mestolone. Per questi ultimi due sono stati qui documentati i primi casi di nidificazione per la Sicilia. In autunno si osservano stormi di migliaia di limicoli, centinaia di ardeidi, migliaia di mignattini, e di altre specie. Numerose le specie accidentali per l’Italia: tra queste il primo ed unico Corriere di Leschenault, l’unico Beccaccino stenuro per l’Europa, il Piro piro fulvo, pettorale e Terek, la Sterna di Ruppell, la Silvia di Ruppell, il Chiurlottello e molti altri. Anche i Rettili e gli Anfibi annoverano alcune specie tra cui il bellissimo Discoglosso dipinto e la Lucertola Podarcis wagleriana, endemismo siciliano.
La riserva è dotata di bacheche didattiche, biblioteca e strutture di fruizione come capanni di osservazione (unici del genere) e sentieri natura. Con il contributo di Erg Petroli è stato realizzato un sentiero di 400 mt per l’accesso a soggetti diversamente abili ed altri progetti (un vecchio oleodotto che attraversava il pantano è già stato rimosso) sono in cantiere con Enel. Sembra un miracolo ma quella che è stata giustamente definita “L’oasi fra le ciminiere” è diventata simbolo di rinascita per luoghi dove tutto sembrava irrimediabilmente perduto.