Riserva nota per gli scenari insoliti e meravigliosi che al calar del sole assumono spettacolari colorazioni porpora, cremisi, blu intenso e rubino mentre l’Isola della Calcara, che si staglia contro le Egadi, assume atmosfere da sogno con l’immensa distesa d’acqua separata dolcemente da linee scure che danno alle saline un aspetto unico. Elementi paesaggistici che la caratterizzano sono i mulini a vento, utilizzati in passato per convogliare l’acqua e per macinare il sale. La riserva, infatti, oltre che per tutelare una delle ultime zone umide della Sicilia occidentale, è stata creata per salvaguardare le saline e il loro patrimonio di storia e di lavoro.
La prima citazione scritta delle saline risale al geografo arabo Idrisi nel suo “Libro di Ruggero” del XII secolo e in seguito il porto trapanese è divenuto il più importante d’Europa per l’esportazione del sale. Sole, mare e vento, con la sapiente mano dell’uomo, sono gli ingredienti per la produzione del sale: in pratica l’acqua di mare viene convogliata in vasche da dove, attraverso canali e chiuse, è trasferita in bacini sempre meno grandi e profondi per consentire una migliore concentrazione del cloruro di sodio e accelerare l’evaporazione dell’acqua provocata dal vento e dal sole. E così si formano bianchissimi ed abbaglianti cumuli di sale poi ricoperti con tegole di terracotta lavorate a mano.
Qui si trovano innumerevoli specie di uccelli tra cui l’Airone bianco maggiore, il Fenicottero, il Cavaliere d’Italia, il Gabbiano reale. Le Anatre sono moltissime e migliaia gli uccelli migratori provenienti dal nord Europa che vi sostano prima di spiccare il volo verso sud. Le saline, infatti, sono l’ultimo spazio umido dove possono rifocillarsi prima di attraversare il Canale di Sicilia per approdare in Africa. Per molti la traversata proseguirà attraverso il Sahara e alcuni raggiungeranno il Sud Africa. Gli uccelli in migrazione si disidratano e quindi le saline costituiscono un territorio per recuperare energie. I migratori autunnali arrivano alla fine di luglio e vanno via a novembre mentre in primavera hanno invece fretta di andarsene per raggiungere i territori di riproduzione, ma nello stesso tempo nella riserva esplode la magia della riproduzione. La vegetazione è particolare e sulle dune, oltre a quelle comuni, si rinvengono specie rare come la Calendula maritima, endemismo siciliano presente sulle coste occidentali dell’isola. Altre rarità sono il Limoniastrum monopetalum e il rarissimo Limonium densiflorum. All’interno, nei pressi del mulino Maria Stella, è attivo un centro visite.
La riserva è stata istituita con Decreto regionale dell’11 maggio 1995 (con perimetrazione più volte modificata) ed è affidata in gestione al W.W.F. Italia.