E’ la maggiore riserva della provincia di Enna, si estende per 2.358 ettari in territorio dei Comuni di Nicosia e Cerami e protegge un ambiente caratterizzato da notevole biodiversità. Il massiccio montuoso che culmina nelle cime Sambughetti (m. 1559) e Campanito (m. 1514) è un pezzo dei Nebrodi con spessori di argille varicolori e grandi banconi quarzarenitici che danno vita alle cosiddette “timpe”, ardite guglie rocciose dalle forme complesse e cangianti che, ad esempio, formano le cime del Monte Campanito. Il paesaggio che ne deriva è suggestivo, con caratteristiche montane europee che ne fanno un quadro “strano” nel complesso dei paesaggi siciliani. Lungo un versante di Rocca Campanito i resti di un’antica scala nella roccia che si presume costruita dagli arabi e permette di raggiungere la cima. Il massiccio è caratterizzato da aree umide: famosi i laghetti in contrada Campanito, a 1.300 metri di altezza e dominati dalla Rocca Campanito. Sono circoscritti da Pioppi e in primavera da una cintura di Trifoglio, Ranuncolo napoletano, Pratolina e dai Tazzetta, mentre dall’acqua fuoriescono ramificazioni di Salice pedicellato, ciuffi di Giunco e isolotti di Tifa, localmente conosciuta come “stagghiasangu” (emostatica). Vi vive pure la Lenticchia d’acqua che nella massima crescita copre l’acqua con uno strato verde di eccezionale effetto.
Tra le specie vegetali, il Faggio è la più rappresentativa ed importante e raggiunge qui il suo limite estremo meridionale (non esistono faggi sotto questa latitudine). Si possono incontrare anche Querce, Aceri, Agrifogli. Il bosco è un relitto delle grandi foreste paleartiche che un tempo ricoprirono la Sicilia. All’interno dell’area a faggio, quasi impenetrabile, si sono formate camere coperte dalle chiome degli esemplari più anziani che formano vere e proprie cavità oscure. Il sottobosco è costituito dal bellissimo “Cyclamen Hederifolium”, dalla “Daphne laureola”, o pepe di montagna, mentre del corteggio floristico fa parte la “Potentilla” utilizzata dalla farmacopea locale contro le coliche. Non mancano radure ricche di Felce o il Nontiscordardime. Tra i funghi il ricercatissimo “Lepiota procera” e il “Lepiota cristata”, comune lungo i sentieri ma velenoso. Tra gli animali una colonia di Tartaruga palustre, la Biscia dal collare, anfibi come il Discoglosso e il Rospo Comune verrucoso, diverse specie di uccelli acquatici tra cui Porciglione e Folaga, ma anche Volpe, Gatto selvatico, la rarissima Martora, Donnola, la splendida e rarissima Aquila del Bonelli oggi ridotta a meno di dieci coppie in tutta la Sicilia orientale e presente solo in Sicilia e Sardegna, il Nibbio reale e l’unico avvoltoio rimasto in Sicilia: il Capovaccaio.
La riserva, istituita con Decreto regionale del 18 aprile 2000, è affidata in gestione all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.