Le Sugherete di Niscemi (CL) sono costituite da zone boschive frammentate che si estendono in territorio dell’omonimo Comune fino al confine con quello di Caltagirone ove continuano nel bosco di Santo Pietro. I boschi del niscemese in passato erano un’unica distesa boschiva originaria ma l’intervento umano ne ha determinato la frammentazione. La sughera è una quercia sempreverde di portamento simile al leccio ed è un’indicatrice di mediterraneità: cresce in condizioni climatiche secche ed aride, per cui la si ritrova associata a piante sempreverdi che hanno adottato strategie di sopravvivenza alla disidratazione. Le foglie hanno forma ovale-lanceolata, spinose ai margini, di colore verde scuro superiormente e biancastre nella pagina inferiore. Raggiunge altezze tra i 5 e i 15 metri ed è molto longeva. La sua corteccia, spessa e rugosa, viene asportata ad intervalli di 9-12 anni. La raccolta del sughero si limita ai tronchi e ai rami robusti che, denudati, appaiono di colore rosso cannella. Il sughero è utilizzato per la produzione di suole, tappi, rivestimenti di borracce, pannelli isolanti, elementi decorativi per le abitazioni. Un tempo la sua produzione era una risorsa economica primaria per la zona e la raccolta di prodotti del bosco dava luogo ad un indotto che coinvolgeva l’intera popolazione. Oggi la sughereta è ridotta a lembi che sopravvivono alla siccità, agli incendi ricorrenti e ai tentativi di speculazione.
Nella riserva, estesa quasi 3000 ettari, l’elemento di maggiore interesse della flora è ovviamente la Quercia da sughero a cui si associano Olivo, Leccio e macchia mediterranea le cui essenze caratteristiche sono Oleastro, Carrubo e Palma nana. E’ presente anche la Quercia spinosa. Le specie arbustive più comuni sono Spartio pungente, Cisto rosso, Cisto femmina, Dittinella, o Gnidio, dai frutti velenosi, Rosa di S. Giovanni, Caprifoglio delle macchie, Ginestrella comune. Vi sono anche altre piante tipiche della macchia come Corbezzolo, Lentisco, Spazzaforno, Erica, Fillirea. E’ presente pure una leguminosa endemica della Sicilia, piuttosto rara: l’Astragalo di Huet, tipico degli ambienti steppici. E alcune orchidee spontanee come la Serapide lingua, l’Ofride gialla, l’Orchide a farfalla, il Limodorum abortivum, l’Orchis provincialis. Il bosco è anche l’unico luogo della provincia dove fiorisce l’Ophrys lunulata, una rara specie endemica siciliana, e l’Ophrys lacaitae che vegeta solo in Sicilia e nell’Italia meridionale tirrenica. E’ presente anche il Cerro. Negli avvallamenti con maggior tasso di umidità, Salice bianco, Coda di Cavallo e Canna. In contrada Pisciotto c’è la più grande quercia da sughero di questi boschi: un maestoso esemplare dalla circonferenza di 5,36 metri.
Anche se l’alterazione dell’ambiente ha portato alla scomparsa dell’Occhione, del Pellegrino e minaccia altre specie, nel bosco vive il raro Picchio rosso maggiore, la Coturnice, il Pendolino, l’Upupa, la Ghiandaia marina, la Cannaiola e il Gruccione, inserito nella lista rossa a causa del bracconaggio di cui è vittima, dovuto alla sua coloratissima livrea che lo rende ambito ai collezionisti. Il sottobosco è popolato da Gatto selvatico, Volpe, Ghiri e Topi quercini. Nelle aree più aperte a gariga, si trovano aculei di Istrice e vi cacciano rapaci come Poiana e Gheppio. Fra i rettili lo splendido Colubro leopardino, il Cervone, la Vipera.
La riserva, istituita con Decreto regionale n. 475 del 25 luglio 1997, è affidata in gestione all’Azienda Foreste Demaniali della Regione siciliana.