Un alto magistrato ha raccontato (C. Carnevale – A. Monda, “Un giudice solo”, Marsilio, Venezia, 2006) che in Cassazione girava una significativa anche se assurda definizione secondo la quale il Civile è il diritto, il Penale è il fatto e l’Amministrativo è il nulla.
Anch’io ritenevo assurda questa definizione, anche se qualche perplessità mi insorse quando scoprii che la falsa prospettiva del Borromini, celeberrimo esempio di come con qualche artificio si può seriamente ingannare la percezione umana, stava allocata proprio a Palazzo Spada, destinato (significativamente?) a sede del Consiglio di Stato: la suprema magistratura amministrativa.
Sarebbero passati anni prima che arrivassi ad attribuire la risultante della terza equazione, cioè il nulla, anche alle altre due di cui s’è detto in principio, ma nel 2009 una vicenda innanzi al TAR Puglia e al Consiglio di Stato mi convinse che era l’amministrativo il luogo del diritto dove in potenza potevano determinarsi le illusioni più ardite. Prestidigitazioni tra le più impensabili: come quella di allocare quattro corsie di marcia in una strada che, stando alla dimensione stabilita dalla legge per ogni corsia, poteva a mala pena contenerne tre.
Ritengo che dall’Atto di Intervento al Consiglio di Stato e dalla successiva Memoria difensiva prima della discussione in udienza emergano con sufficiente chiarezza i dettagli di tutta la vicenda, e quindi il paradosso in argomento, senza nemmeno ricorrere alla perizia con la quale il bravo tecnico di parte Arch. Zippo dimostrò plasticamente, sovrapponendo in trasparenza le cartografie, che in ragione della sua larghezza la via Nenni di Andria non poteva fisicamente contenere quattro corsie di marcia, ancorchè la Sentenza n. 4869 del 31 luglio 2009 (pres. Maruotti, rel. Carella) definì il giudizio in senso contrario.
D’altra parte, se a Palazzo Spada in Roma una galleria di otto metri poteva apparire lunga quattro volte tanto e una statua sul fondo sembrare a grandezza naturale quando invece è alta appena mezzo metro, perché mai alla via Pietro Nenni di Andria non si poteva legittimamente far passare come reale qualche fantomatica corsia di marcia in piu del giusto?
La vicenda, però, ha poi avuto un prosieguo. E nel 2016 la Procura della Repubblica di Trani ha raccolto elementi di prova sufficienti per sostenere la falsità ideologica dell’attestazione comunale sulle quattro corsie che (testuale dagli atti istruttori) “risultò determinante per la vittoria nei giudizi innanzi al TAR e al Consiglio di Stato”. Ma a distanza di sette anni è stata soddisfazione di poco conto (e comunque mi auguro che per prescrizione o in qualche altro modo gli interessati siano usciti indenni dal relativo giudizio penale), di certo meno appagante dell’aver avuto come avversario nella vicenda in parola un illustre docente in quel di Bari di… Diritto Amministrativo: il nulla. (G. C.)