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E’ iniziata nel 1992 e si è chiusa con la Sentenza della Cassazione del 13 maggio 2016 che ha imposto allo Stato italiano di corrispondere a Federconsorzi centinaia di milioni di Euro. Molto probabilmente si tratta della causa di valore economico più alto che sia stata mai discussa nelle aule di giustizia italiane e tra i suoi protagonisti ha visto pure – ancorché in parte assai limitata – il Consorzio Agrario Interprovinciale di Catania e Messina.
Si sa che dalle storie complicate rifuggono, se non per cavalcarle nel caso in cui poi vanno a buon fine, quelli con i piedi ben piantati a terra, i gestori del quotidiano o gli ignavi, se si vuole, mentre vengono avvinti come da calamita gli spiriti creativi e visionari, quelli che talvolta riescono a gettare ponti verso un futuro altro e così diverso dall’ordinario che i primi non riuscirebbero nemmeno a sognare.
L’allora commissario Michele La Spina intuì che questa vicenda poteva ridare al Consorzio il ruolo perduto nell’economia locale. Quindi ne rivendicò coraggiosamente in giudizio i diritti: in pratica una piccola ma decisiva parte di quell’immenso ammontare che ora è stato riconosciuto a Federconsorzi. E per far ciò si trovò a fianco Gaetano Pirrone, storico direttore del Consorzio negli anni di massimo fulgore, e il sottoscritto avvocato difensore.
L’iniziativa era giusta; e ha comportato un impegno notevole per cercare di portarla in porto. Anche se non teneva bene in conto, almeno all’inizio, degli smisurati interessi con i quali andava inevitabilmente a confliggere.
Assieme ad alcuni documenti originali in PDF, nel Resoconto che segue c’è la storia di questa vicenda. Vista, naturalmente, dalla parziale prospettiva di cui s’è detto.
(Giuseppe Cicero)