Filosofo, scrittore e autore dei testi che conferivano quelle atmosfere magicamente stranianti alle musiche di Battiato, nel 2005 creò una di queste situazioni in un posto veramente inusuale.
Aveva accettato di occuparsi del testo narrativo di un filmato sulle aree naturalistiche di Sicilia e quindi venne fissato un suo incontro con la danzatrice protagonista di alcune scene. Senonchè, finito il colloquio, decise su due piedi di provinarla facendole indossare l’abito di scena e ordinando di piazzare in terrazza due diffusori per la musica.
E così per un paio di minuti, mentre il prof. Sgalambro osservava da dentro, sulla terrazza di un serioso studio legale in pieno centro si materializzò come per magia una donna avvolta in un sensuale abito bianco che danzava, scalza, sulle note di un’immaginifica melodia arabeggiante di Buonvino diffusa ad alto volume. Poi tutto tornò rapidamente come prima.
Non saprei dire se qualche mio vicino arrivò in tempo a intravedere l’avvenimento da uno dei balconi prospicienti, ma in caso affermativo è certo che si sarà chiesto, perplesso, se aveva per caso assistito a qualcosa di reale oppure a un miraggio.
G. C.