Paolo Bracalini, Il Giornale, 2 II 2016.
UN INCUBO ALL’ORIZZONTE
Un incubo all’orizzonte: la superbolletta Rai. A luglio, al riparo da conseguenze elettorali perché le amministrative saranno già passate, arriverà la prima bolletta caricata con l’odiato canone Rai.
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Molti sono ancora i dubbi e il numero verde di Viale Mazzini è perennemente occupato. L’unica cosa certa è che sarà una bolletta da salasso. I 100 euro della tassa Rai sono divisi infatti in dieci rate di 10 euro, ma il primo semestre verrà addebitato tutto in un colpo nella bolletta di luglio, dunque 70 euro oltre ai costi dell’elettricità. Ma c’è di più, uno scenario inquietante finora non smentito dalla Rai, che potrebbe trasformare le prossime bollette in una stangata clamorosa.
La Rai punterebbe a far pagare anche gli arretrati di canone non riscosso, fino a dieci anni. Lo riporta il giornale online Qui Finanza, che scrive: «Con l’introduzione, a partire dal 1° gennaio 2016, del pagamento del canone Rai insieme alla bolletta della luce e le contestuali dichiarazioni del governo che ciò non costituirà una sanatoria per le evasioni degli anni precedenti, si è diffuso il timore che questa potrebbe anche essere l’occasione per pretendere la riscossione degli anni arretrati. Infatti il pagamento della bolletta della luce, con la maggiorazione per il canone, sarà una sorta di autodenuncia e di ammissione del debito».
La prescrizione del mancato pagamento del canone Rai scatta dopo dieci anni, ciò significa in linea teorica che la Rai potrebbe infilare nella bolletta fino a dieci canoni arretrati, «maggiorato degli interessi al tasso legale», mentre su accertamento della Guardia di Finanza «può inoltre essere comminata una sanzione amministrativa di importo compreso tra 103,29 e 516,45 euro». Calcolato tutto, un salasso terrificante.
Che avrebbe dubbia legittimità, visto che così facendo la Rai presume che chi dichiara implicitamente di avere un televisore accettando di pagare il canone in bolletta, abbia avuto un televisore anche nei dieci anni precedenti. Questa finora è l’ipotesi, non ancora smentita dalla Rai né dal governo.Ma Viale Mazzini sta battendo altre strade per recuperare più soldi possibile.
Negli ultimi giorni i telefonisti Rai stanno chiamando a raffica rivenditori e riparatori tv per chiedere il pagamento del «canone speciale», anche se nelle specifiche della stessa Rai i negozi che vendono televisori sono esentati dal pagamento. Eppure in queste ore i telefoni dei più importanti negozi di elettrodomestici italiani squillano, e dall’altra parte c’è l’addetto che chiede di pagare il canone, e anche in fretta.
I commercianti hanno chiesto aiuto all’Aires, l’associazione di Confcomercio che li rappresenta. La quale ha scritto una lettera a Viale Mazzini, già spedita tre volte, direttamente all’attenzione del dg, ma senza alcuna risposta.
«È la stessa Rai a chiarire esplicitamente che le nostre aziende sono escluse dal pagamento del canone – spiega Davide Rossi, direttore generale di Aires-Confcommercio – I nostri associati ci segnalano invece numerose chiamate che invitano a ottemperare al pagamento del canone. Speravamo che con la riforma del canone e gli annunci sulla semplificazione della normativa, si sarebbero evitate queste situazioni».
Si vede che la Rai ha fretta di incassare. «Sembra emergere ancora una volta l’unica filosofia che anima l’attività delle 300 persone che operano nella struttura Rai Canone – attacca il deputato Michele Anzaldi, segretario Pd in Vigilanza Rai -: non quella di aiutare i cittadini ma tormentare e vessare i contribuenti, creando ansia spesso ingiustificata e arrivando, come sembra in questo caso, ai limiti della truffa».