La Sicilia, 11 II 2022
«Opera d’arte che è testimonianza storica e artistica: occorre un progetto compatibile e condiviso»
Intervento della categoria etnea in merito al progetto della fontana di Piazza della Regione di Paternò
Il valore storico, culturale e artistico della fontana di piazza della Regione, a Paternò, va tutelato: occorre rimodulare il progetto di manutenzione – elaborato dal Comune – per restituire alla collettività la visione originaria dell’opera di pregio realizzata negli anni Settanta dagli artisti Francesco Contraffatto e Domenico Tudisco.
Al fianco di associazioni e comunità scendono in campo anche gli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Catania: «In riferimento al tema emerso in questi giorni e alle sollecitazioni che stanno caratterizzando l’attuale dibattito, desideriamo manifestare solidarietà a chi sta difendendo questa opera d’arte – commenta il presidente dell’Ordine etneo Sebastiano Carlo Greco – Condividiamo il loro impegno per difendere quella che, anche secondo noi, rappresenta una testimonianza artistica e culturale, per cui occorre un approccio più partecipativo, condiviso con chi vive il territorio».
«Al netto delle questioni normative, dei cavilli burocratici e delle ideologizzazioni, che fanno parte della vicenda, appare inopportuno modificare l’impianto della fontana di piazza della Regione a Paternò», prosegue Greco. Che spiega: «La fontana monumentale è un’opera d’arte unitaria che comprende ogni sua parte: sculture, mosaici e vasca».
L’opera, realizzata50 anni fa, racconta la storia di Paternò attraverso la scultura, il mosaico, l’architettura: «Appare strano che l’Amministrazione non abbia voluto considerare le innumerevoli sollecitazioni che provengono da molte parti della società e dalla comunità culturale – continua il presidente dell’OAPPC di Catania – motivo per cui sosteniamo l’apertura di un dialogo e la necessità di salvaguardare l’opera d’arte, restringendo il campo al solo restauro, senza snaturare l’impianto complessivo. Ci auguriamo che gli enti preposti alla tutela – conclude Greco – possano ricondurre il progetto all’interno di un solco più compatibile e condivisibile».