Anthony Distefano, 95047.it, 7 XII 2014.
Al Maestro Barbaro Messina la cittadinanza onoraria di Nicolosi
Prima del Maestro Barbaro Messina, erano stati solo sei i cittadini onorari di Nicolosi. Ieri sera, all’interno della sala consiliare del comune pedemontano, la comunità nicolosita ha voluto rendere onore in modo ufficiale al talento indiscusso del Maestro artigiano paternese. Barbaro Messina non è “soltanto” (si fa per dire) il Maestro. Barbaro Messina è il talento, l’arte, l’imprenditore, l’esempio. In una sala gremitissima, istituzioni, familiari, amici d’infanzia erano lì a testimoniare il genio ed il coraggio di un paternese che ha scritto la storia su quella pietra lavica che non è semplicemente uno strumento di lavoro: è il simbolo del sacrificio, della ragione che apprende dalla natura, dello sviluppo.
Ed, allora, la cerimonia. Ecco la motivazione con la quale il Maestro Messina è stato insignito della cittadinanza onoraria di Nicolosi direttamente dal sindaco Antonino Borzì:
“Riconosciuto l’impegno profuso nella creazione e direzione della scuola – bottega della pietra lavica ceramista nel Comune di Nicolosi
Dato atto che tale attività ha consentito la nascita di numerose imprese artigiane, ad oggi pienamente operanti ed attive sul mercato.
Considerato, inoltre, il proficuo rapporto di collaborazione con il Comune di Nicolosi nella realizzazione di numerose iniziative che hanno contribuito allo sviluppo del territorio e della realtà economica locali”.
Nel corso della serata l’analisi umanamente profonda del collega Salvo Fallica che ha messo in risalto il Barbaro Messina artigiano ed artista, vero e proprio Patrimonio culturale della nostra terra: “Barbaro Messina ha fatto crescere generazioni di giovani. Un campione dell’arte”. Presenti alla serata anche il sindaco di Città Sant’Angelo, Gabriele Florindi (altro cittadino onorario di Nicolosi con il quale il Maestro Messina ha stretto un forte legame professionale). Ad essere presenti anche il sindaco Mauro Mangano e la presidente dell’assise Laura Bottino. Ma c’erano anche e soprattutto i familiari del Maestro e gli amici di sempre: tra tutti, Pippo Virgillito e Nino Tomasello.
“Io cerco di raccontare la mia terra. Io sono paternese ma mi sento anche di Nicolosi: è la porta dell’Etna, Nicolosi – ha raccontato Barbaro Messina -. La lava lavorata come faccio io, è l’arte. E Nicolosi mi aiuta a raccontare la nostra storia come un museo a cielo aperto. Grazie per quello che avete fatto per me”. In verità, grazie a Lei Maestro.
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Nel 1986, mi toccò organizzare la “Fiera di settembre”, attesissima kermesse di artigianato, agricoltura e commercio a Paternò. Conobbi così il maestro Barbaro Messina, al tempo infaticabile animatore dell’Unione Liberi Artigiani, e con lui – e il supporto di Pro Loco e Ufficio Stampa e Cultura del Comune – allestimmo un’edizione veramente straordinaria: quella del decennale.
Ricordo che agli spazi espositivi si accedeva attraverso un incredibile portale tridimensionale ideato da Barbaro e che grazie a lui per nove giorni si materializzarono nel microcosmo della Fiera botteghe di artigiani al lavoro in presa diretta. Il tutto in un contesto, quasi evocato dalla memoria collettiva, di musiche e danze popolari, dei canti di Rosa Balistreri, dell’opera dei pupi dei Fratelli Napoli, dell’angolo del cantastorie Nino Busacca, di una rassegna di teatro dialettale ed altro ancora. Un sogno, per me giovane assessore. Una collaborazione talmente riuscita da convincere me e Barbaro che dopo decenni di assenza era finalmente giunto il tempo di far rivivere altre due immaginifiche produzioni dell’artigianato locale: i carri allegorici di cartapesta e le macchine infiorate del celeberrimo Carnevale di Paternò.
E così avvenne dopo pochi mesi, nel 1987; un’altra esaltante congiuntura grazie alla quale, per la seconda volta, ebbi modo di sperimentare la genialità e l’estro di questo impareggiabile concittadino paternese, ormai diventato cittadino del mondo. Auguri Barbaro. Ad maiora!
(Giuseppe Cicero)