Klara Muranau, Libero Quotidiano, 24 VII 2022
SVEZIA, QUELLO CHE NESSUNO VI RACCONTA
La Svezia, si sa, è uno dei migliori paesi al mondo. Spesso ai vertici di classifiche varie ed eventuali, è la stella polare a cui riferirsi come modello di civiltà e progresso. Ne siamo ben consapevoli noi italiani, che da sempre nei nostri media riportiamo le virtù dell’Eden nordico, la notoriamente pacifica e neutrale terra portatrice di fondamentali contributi allo sviluppo mondiale, attraverso i suoi grandi assets: Ikea, H&M e la vendita di armi.
La Svezia è un paradiso per davvero, soprattutto per gli introversi più accaniti e per cui dovrebbe essere una scelta naturale trasferirsi lassù. Restare in casa tutto il tempo a causa del brutto tempo, non incontrare mai nessuno e non ricevere mai un invito neanche per un caffè grazie alla loro avanzata cultura sociale, è puro oblìo.
Puoi facilmente passare mesi senza parlare, tranne che per dire “Ciao” quando vai a fare la spesa: “Ciao” quando vai a pagare. “Grazie”, quando ricevi il resto. “No”, quando viene chiesto se si desidera la ricevuta. In Svezia c’è una legge per cui ogni negozio deve chiedere ogni volta a ogni singolo cliente, se vuole uno scontrino. Un ottimo modo per aumentare il numero medio delle parole pronunciate ogni giorno e non rischiare così di far atrofizzare la lingua. Puoi dire anche “Sì” se vuoi la ricevuta, ovviamente. Tutto questo vale fino al sabato sera, quando troverete orde di bionde fanciulle in minigonna incuranti delle temperature sotto zero, ubriache e urlanti fuori dai locali, pronte a tutto a seconda della gradazione di alcool in corpo ma, come confermatomi in patria, disponibili in base alla proporzione taglia/bicchieri. Più sono belle, più drink dovrete offrire per un giro in slitta. Fair enough. E non preoccupatevi della qualità del bere perché non faranno tanto gli/le schizzinosi/e. Tanto per darvi un’idea, la Svezia è il più grande consumatore al mondo di vino in scatola. Il Tavernello non è mai sembrato così romantico.
È anche uno dei pochi luoghi in tutto il pianeta in cui è più facile andare senza problemi a letto con qualcuno piuttosto che diventarci amico. Mai più “friendzone”. Le persone non fanno amicizia semplicemente perché non hanno bisogno di amici. Basta internet a tamponare ogni carenza affettiva e per il resto si aspettano che sia il governo a prendersi cura di loro in caso di necessità. Anche i genitori incoraggiano i figli adulti a chiedere soldi allo Stato se non possono pagare l’affitto. Già vedo i miei vicini di casa massacrati da quegli indolenti inutili della loro progenie, chiedersi perché non si siano trasferiti in Svezia prima.
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E se qualche turbamento dovesse accadere per la via, non preoccupatevi sarete in buona compagnia: un’alta percentuale dei nostri belloni ha problemi di salute mentale. In particolare negli ultimi 10 anni dove un incremento considerevole si è registrato tra i giovani adulti- sottolineano i professori Schierenbeck e Karlsson dell’Università di Göteborg. Il 70% delle giovani donne tra i 18 e i 24 anni ha dichiarato di non stare bene a causa di stress e insicurezza, riscontrando gravi problematiche del sonno, riferisce il Servizio sanitario Nazionale. Sicuramente un modo per risolvere con più incisività questa tematica, sarebbe parlarne. Ma la maggior parte delle conversazioni tra la classe media restano più superficiali, perché gli svedesi hanno tanta, ma tanta paura dei conflitti.
Non si può discutere nulla di sensibile, quindi gli argomenti sono limitati a cose su cui quasi tutti possono essere d’accordo, come: “Poveri i poveri!”; “Sembra talco ma non lo è, serve a darti l’allegria!” o “la Russia è pericolosa!”. Su questo vi vedo scuotere la testa in segno di approvazione, sono riuscita finalmente a mettervi tutti d’accordo.
Anche per questo la Svezia è tra i posti più sicuri al mondo. Ma con eccezioni. Per esempio le zone periferiche di Stoccolma, dette Baghdad e Kabul. Anche là, alcuni svedesi iniziano a tirare la testa fuori dal sacco, ma sono comunque ben tollerati dalla comunità islamica locale che pur non condividendone le abitudini culinarie e l’eccessiva freddezza (come non capirli?), permette loro di stazionare in alcuni quartieri delle loro colonie chiamate Göteborg e Malmö.
Ma non solo di kebab è fatta oggi la Svezia e se si ha voglia di visitare altre meraviglie del paese, consiglio di andare leggermente più a Nord. Menzione speciale va sicuramente a Gävle, cittadina interessante con tradizionale caprone gigante di paglia posizionato nella piazza centrale, a cui spesso si dà fuoco per poi incidere ai suoi piedi i consueti simboli satanici tanto amati da quelle parti. Folklore. Ma è durante l’emergenza Covid che hanno saputo dimostrare la loro superiore moralità e pragmaticità: «Morire è nell’ordine delle cose no!? » dichiarò il bartender circondato da amici nell’unico locale di Malmö aperto dopo le 21. «Il governo non ha fatto storie inutili, perché in maggioranza hanno notato che questo virus ammazza i vecchi. Quando finalmente toglieranno questi 2 metri di distanza da mantenere, potremo tornare a starne lontani 5 come nostro solito e i contagi non saranno più un problema». Gli altri annuirono. Duri ma giusti. Poi ho compreso il senso delle loro sagge parole e l’ho collocato in un piano più grande. Quello del loro sistema sanitario nazionale ad esempio, supportato dalle notoriamente alte tasse ed uguale per tutti: dai giovani agli over 50, chiunque è lasciato equamente ad aspettare mesi prima di veder concessa la possibilità di qualsiasi tipo di visita specialistica, sempre che non venga addirittura scoraggiata, spostando e diminuendo cosi, ogni possibile richiesta di assistenza. Saggia mossa.
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Ed è nel tacito compiacimento che gli Svedesi realizzano la loro opera più grande. Molti degli abitanti della Svezia hanno un’idea di se stessi molto alta. Ecco perché è stato facile per anni supportare senza troppe domande anche il castello del paese umanitario e aperto a tutti, che accoglieva centinaia di immigrati ogni giorno per poi chiuderli in ghetti senza una prospettiva di sviluppo. Nel crogiolarsi su quanto fossero fantastici e superiori, hanno rimandato al domani che è diventato oggi, la gestione del problema.
Alcuni dicono che tanta saggezza sia dovuta a una qualche loro genetica superiore o così almeno suggeriscono gli esponenti di un partito che va abbastanza forte: il Sverigedemokraterna, e che nasce dalle ceneri del Neo Nazi Nordic Realm Party, che manco a inventarmelo un nome così didascalico mi sarebbe mai venuto in mente. Ora vi sembrerà che io abbia esagerato un pochetto e che nutra qualche atavica antipatia verso i nostri eroi, ma la realtà è sempre più semplice. Chi si somiglia si piglia dicono e la sottoscritta con la Svezia condividono più di qualche semplice similarità. Siamo due facce bianchicce della stessa medaglia sporca, perché l’immagine che la Svezia ha di se è la stessa immagine che io ho di me stessa: modesta, ordinata, giusta, progressista ed equa e che gratta che ti rigratta è una gran paraculata. Dedicato al mio amato amico Andrea che a ragione con passione e veemenza ha odiato – finché ha vissuto – la Svezia.