Aldo Busi, Dagospia, 21 XI 2015.
DEDICATO ALLA MEMORIA DELLE VITTIME DEGLI ATTENTATI DI BEIRUT, PARIGI E BAMAKO E ALLA VITA DEL POETA PALESTINESE ASHRAF FAYADH, CONDANNATO A MORTE DAL REGIME SAUDITA PER AVER DUBITATO DELL’ESISTENZA DI DIO
Esiste più una parola a titolo gratuito in Europa?
Tanto per cambiare, con l’Isis diventato Is diventato Daesh (e al dawla per gli amici) che sta cambiando le abitudini di vita degli europei, mi ritrovo da decenni a essere a mia insaputa all’avanguardia più estrema: non esco, non vado al cinema, a teatro, allo stadio, al ristorante, al bar, in discoteca, alle sagre, ai concerti, a cene private o collettive, a presentazioni di assorbenti di materia grigia, a Sharm el Sheik credendo di essere stato in Egitto, e al mercato ci sgattaiolo solo la primissima, deserta ora.
A parte uscire come chiunque per andare a lavorare o assistere di persona a tutte le udienze dei processi che mi vedono coinvolto ora in una ora nell’altra veste o recarmi presso qualche ambulatorio per controllare Psa, colesterolo, diabete mellito, ernie cervicale e lombare o fare una pedalata di mezz’ora per assaporare alla fine la più meritata delle sigarette, da anni sto in casa novantasei ore su cento, e leggo, qualsiasi libro a parte i miei pur di non uscire, perché adesso ci saranno pure i terroristi fanatici islamici strafatti di anfetamine che ti ammazzano in un colpo, ma io mi sono fatto le ossa sin dalle fasce con quelle acque chete dei terroristi fanatici cattocomunisti e cattofascisti strafatti di ostie benedette che ti ammazzano alla goccia, e lo stile di vita che oggi ai più parrà un’ulteriore violenza… non uscire di casa nel tempo libero… per me è naturale come respirare.
Con la piacevole differenza che più gente d’ora in poi resterà rintanata in casa per paura, più io andrò fuori saltellando di gioia a godermi le città e le strade svuotate. Che si autosequestrino loro, finalmente, che schiattino di noia da iPad se non sanno stare con un libro in mano; io ho letto abbastanza, io esco all’aria aperta quando mi pare e piace.
Senza tutta ’sta gente in giro come prima a rompere i coglioni all’universo mondo con la loro sindrome da eterna movida dopata da coca, alcol, cazzofiga un tanto all’etto e froceria clericale sia da esibita che da repressa, poco squirt e tanta clamidia, senza tutte ‘ste masse di tweettaroli incattiviti in libera uscita alla “boots on the ground” buoni solo a buttarti addosso tutta la noia di chi non ha saputo stare un momento solo da solo, anche senza un libro in mano, i cecchini per me saranno sempre infinitamente meno.
L’attentato di Parigi ha messo allo scoperto la spocchia di questa città avida dell’illuminismo dei soldi e basta: ora, quanti milioni di turisti ha Parigi ogni anno, Eurodisney compresa? Cento milioni? Minimo, e il doppio se si calcola l‘intera Francia. Quanti milioni ha da parte un albergatore medio presente sul campo anche da poco, diciamo da un lustro? Tanti da non accusare il colpo di qualche disdetta per decenni. Ebbene: secondo le mie fonti direttissime e davvero interne al sistema alberghiero, non c’è albergatore parigino (be’, però uno ci sarà) che di fronte alle recenti cancellazioni a causa degli attentati, con la scusa delle prenotazioni via web, non si sia rifiutato di tenere conto dell’eccezionale drammaticità dell’evento che ha impedito o dissuaso gli arrivi programmati da tempo e non abbia incassato lo stesso vuoi la somma intera vuoi almeno la prima notte del soggiorno prenotato e non effettuato.
Di fronte a tanta scelleratezza economicista, chiunque capisce che l’Europa si regge su fondamenta marce, profondamente menefreghiste e cinicamente mercantili, di sfruttamento a man bassa della sua cosiddetta dolcezza di vivere (venuta meno ben prima dell’Is anche per chi ha i soldi per permettersela, ma l’icona da luogo comune è quella, la sua aura sopravvive alla cosa morta, è tenuta in vita dal mercato che alimenta; dimmi tu che razza di relazioni stabilisce un turista o un viaggiatore o uno stanziale parziale come me a parte quelle con commercianti, personale alberghiero, agenzie affittuarie di appartamenti privati, taxisti, ristoratori eccetera: esiste più una parola a titolo gratuito in Europa?).
A qualcuno è mai capitato di andare venti volte dallo stesso farmacista o libraio parigino… romano, berlinese, viennese, madrileno, londinese, nizzardo… e alla ventunesima sentirsi chiedere se desidera prendere un caffè? A me no. Ma ovunque in Marocco, in Tunisia, in Algeria, nel Libano, in Turchia fino a pochi anni, e in Sicilia e nelle sue isole sin da quando ero ragazzino, alla seconda volta che entravo in un caffè o in una bottega c’era sempre qualcuno che mi invitava a pranzo in famiglia, che si faceva conoscere, che desiderava conoscermi, che creava racconto e memoria, perché non sempre voleva vendermi qualcosa, e in Sicilia mai e poi mai, erano solo avidi di vedermi mangiare come un leone ma così chiacchierino che non sembravo nemmeno affamato, ho ricordi di ritemprante dolcezza tanta è stata l’amabilità, per esempio, degli abitanti di Patti, Lipari, Catania, Palermo con me poco più che diciottenne.
E adesso dovremmo provare dispiacere se Parigi, o una qualsiasi altra metropoli europea, improvvisamente si svuota? Parigi dove una camera tra i nove e i dodici metri quadri costa centoventi euro senza piccola colazione e tassa di soggiorno e un grassissimo caprino di media qualità cinquanta euro al chilo? O a Londra, dove la paga oraria di un cameriere forestiero preso alla gola, senza vitto né alloggio, era fino a sei mesi fa sei sterline e sessanta, e non so nemmeno se al netto?
E non mi si venga a dire che quei disarmati foreign waiters integrano con le mance: è tale la forza contrattuale degli esercenti londinesi… e parigini… con tutte quelle decine e decine di migliaia di manovali che lì si riversano da ogni angolo del Medio Oriente e dell’Italia in generale per offrirsi a bassissimo prezzo e coricarsi stipati in carissimi scantinati, che spesso se le incamerano i gestori stessi.
Sfrutta oggi, sfrutta domani, il terrorismo non è più né esterno né interno: è fatto in casa dai neo Padroni del Vapore. E resta ancora il peggiore, perché ben mirate e invisibili e a milioni le vittime designate, le casualties di un mondo del lavoro sempre più iniquo e disumano.
Secondo me l’Is, o Daesh che dir si voglia, dovrebbe procedere così: sincerarsi che gli alberghi e ristoranti… a Roma, Madrid, Barcellona, Vienna, Londra, a Roma soprattutto quelli che non pagano tasse perché spacciati per luoghi di culto… siano vuoti sino all’ultimo topo e all’ultima sguattera magrebino-ucraino-greco-italiana e poi bombardarli ancora un bel po’, visto che col solo buonsenso e un poco di lungimiranza civile i commercianti restano commercianti a prova di bomba e l’unica cosa che vedono non è anche la cassa comune e le problematiche comunitarie e della singola nazione secondo i periodi ma soltanto la loro saccoccia a fine giornata.