Giuliana Ferraino, Corriere della sera, 25 XI 2017
Caos fisco: pubblicate 2 mila pagine tra circolari e risoluzioni
Lo studio della Cgia di Mestre: l’anno scorso approvati 11 nuovi leggi e decreti in materia fiscale che hanno modificato 110 normative esistenti; emanati 36 decreti ministeriali; firmati 72 provvedimenti e pubblicate 50 circolari e 122 risoluzioni.
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Nonostante le promesse, il fisco diventa sempre di più una giungla. L’anno scorso , secondo uno studio della Cgia di Mestre, sono stati approvati 11 leggi e decreti in materia fiscale, ceh hanno modificato 110 normative esistenti: Inoltre sono stati emanati 36 decreti ministeriali composti da 138 articoli. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha firmato 72 provvedimenti. E gli uffici del ministero delle Finanze e dell’Agenzia delle entrate hanno pubblicato 50 circolari e 122 risoluzioni costituite, per un totale di da quasi 2 mila pagine.
Il caos fiscale provocato da questa montagna di nuove regole non disorienta soltanto i contribuenti, ma anche gli addetti ai lavori come i Caf, i commercialisti e gli esperti delle associazioni di categoria , denuncia l’Associazione degli artigiani di Mestre. «Con un sistema fiscale così complesso, estremamente farraginoso, spesso contradittorio e poco trasparente – sostiene Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia — non dobbiamo sorprenderci se l’anno scorso 21 milioni di contribuenti, pari a circa il 54% del totale, avevano una pendenza economica con Equitalia inferiore a mille euro. Sicuramente tra questi debitori ci sono anche coloro che, probabilmente, non hanno pagato il bollo dell’auto o il canone Rai, ma la grande maggioranza è costituita da soggetti vittime di un fisco arcaico e spesso indecifrabile, che in questi ultimi anni ha fatto aumentare in misura esponenziale il rischio di commettere errori formali a seguito di un ingorgo normativo che non ha eguali nel resto del mondo».
Un sistema fiscale così complesso, oltre ad essere tra i più pesanti del mondo, come ha indicato anche l’ultimo rapporto dell’Ocse, scoraggia la libera iniziativa e la voglia di fare impresa. Ma i tempi e i costi della burocrazia frenano anche gli ivestimenti stranieri. «Non è un caso che molti operatori stranieri non investano da noi proprio per l’eccessiva ridondanza del nostro sistema burocratico. Incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza giuridica e adempimenti troppo onerosi hanno generato un velo di sfiducia tra imprese e Pubblica amministrazione che non sarà facile rimuovere in tempi ragionevolmente brevi», valuta Renato Mason, il segretario della Cgia. E ricorda che, secondo un’ indagine realizzata da Promo PA Fondazione, l’81 % delle imprese con meno di 50 addetti, vale a dire le piccole, è costretto a ricorrere a consulenti esterni per fronteggiare questo nemico invisibile: di cui il 70% a integrazione o a supporto del lavoro svolto dagli uffici amministrativi che operano all’interno dell’azienda, mentre l’altro 11 % si affida a terzi per tutte le incombenze.