Andrea Cinquegrani, La voce delle voci, 12 VI 2020
PANDEMIA, UNA “STRAGE DI STATO”
IL POTENTE J’ACCUSE DI GIULIO TARRO
La “Grande Truffa“ della pandemia. Le “Maxi Menzogne“ dei politici di casa nostra. L’”Immensa Ignoranza“ di scienziati-burattini. Gli “Scientifici Depistaggi“ mediatici. Una “Montagna Organizzata” di Fake News per rincoglionire i cittadini, renderli sempre più sudditi, calpestare ogni loro diritto.
Di tutto e di più nel gigantesco pandemonio della pandemia, come balza alla luce in “Covid – Il virus della paura”, scritto dal virologo Giulio Tarro, un pamphlet che tutti gli italiani dovrebbero leggere. Proprio per capire chi li inganna, chi li massacra quotidianamente da ormai quattro mesi, chi li priva degli ultimi stracci di libertà e democrazia.
Con immensa capacità divulgativa ed estremo rigore scientifico, Tarro riesce a calarci – come in un perfetto thriller – nell’ingranaggio mortale, tra le spire del Covid-19: un virus che è riuscito a coagulare, come in un unico blocco mortale, gli interessi e gli appetiti di Big Pharma e dei suoi lacchè tutto affari & tivvù, dei politici di casa nostra e del relativo sottobosco di giornalisti assoldati e scodinzolanti. Di tutto e di più, un intreccio che più devastante non si può.
Un e-book – autoprodotto – che si può scaricare attraverso il battagliero sito de l’Antidiplomatico e poi avrà la sua edizione cartacea con i tipi di Feltrinelli. Mozzafiato già l’incipit:
INCOMPETENZA, ARROGANZA, IRRESPONSABILITA’
“Di epidemie in Italia ne ho viste davvero tante. Il colera a Napoli nel 1973, il ‘Male oscuro’ nel 1978, le innumerevoli epidemie influenzali che congestionavano l’Ospedale Cotugno, dove ero Primario. E tantissime ne ho viste all’estero. Ho visto panico, disorganizzazione, eroismi, infamie; ho conosciuto scienziati che preparavano armi biologiche e progettavano epidemie; giornalisti e dirigenti di blasonate organizzazioni che, verosimilmente, gonfiavano la minaccia di qualche virus per conto di aziende produttrici di vaccini, ricercatori che, pur di avere il loro momento di gloria, attestavano qualsiasi sciocchezza in Tv; politici che minimizzavano il contagio pur di non perdere il loro consenso… . Credevo, quindi, di aver visto di tutto”.
“Ma mai avrei immaginato di vedere tanta incompetenza, arroganza, superficialità, irresponsabilità, quelle con le quali si è tentato di affrontare il virus del Covid-19. Una emergenza che avrebbe potuto riproporre uno scenario non molto dissimile da quello di tante epidemie influenzali che, periodicamente, sferzano anche il nostro Paese e che, invece, per sciagurate scelte, ha comportato dapprima un numero elevatissimo di vittime e poi ha lasciato il nostro Paese in ginocchio”.
Continua il j’accuse, fin dalle primissime battute: “Se questa tragedia si è verificata, grande è la responsabilità di tanti ‘esperti’ che pur di troneggiare in Tv non hanno avuto remore (oltre a dichiarare tutto e, il giorno dopo, il suo contrario) ad assecondare dissennate scelte che, se non avessero avuto qualche ‘avallo’ scientifico, avrebbero scatenato le piazze”.
“Questo libro nasce proprio per questo. Dall’amarezza e dalla rabbia nel constatare l’opportunismo di tanti ‘esperti’ che ora, paventando un fantomatico catastrofico ritorno del Covid-19, servilmente, si dichiarano entusiasti delle vessatorie – e inutili – misure che saranno messe in atto, prima tra tutte l’obbligatorietà della già fallimentare vaccinazione antiinfluenzale”.
“Stessa amarezza e rabbia per tante persone trasformate dal terrore profuso in questa emergenza in ipocondriaci burattini animati dai suddetti ‘esperti’. Un asservimento reso totale da tanti canti patriottici cantati dai balconi contro il ‘nemico virus’. Un fenomeno illuminante sulla vulnerabilità della nostra società agli stravolgimenti della realtà imposti dal Potere”.
Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane pubblicheremo stralci del libro. Di seguito, invece, ripercorriamo alcuni passaggi salienti.
UNA MANIPOLAZIONE DEI DATI
“La cosa più penosa della faccenda è che i dati dei ‘contagiati’ (raccolti a casaccio dalle Regioni e che, quindi, non erano l’indice di alcunchè) rivestivano caratteri di ufficialità nella comunicazione istituzionale dove venivano affiancati al numero dei ‘deceduti’. La questione ‘morti per Covid-19’ invece che ‘morti con Covid-19’ (e cioè se questo virus sia stata la causa principale della morte e se era presente nell’organismo di persone in procinto, comunque, di morire per altre patologie o per vecchiaia), è stata oggetto di innumerevoli polemiche che, comunque, non hanno impedito al Governo di continuare a divulgare il numero di non meglio specificati ‘Deceduti’ seguito dalla farisaica dicitura ‘in attesa di conferma Istituto Superiore di Sanità’. In realtà già il 13 marzo il direttore dell’ISS annunciava che solo per due persone, tra le tante ascritte come ‘morte per Coronavirus’, si poteva – per l’assenza di gravi patologie pregresse e per l’età – confermare questa diagnosi. Il 17 marzo un verdetto ancor più inequivocabile: su 355 cartelle cliniche esaminate, solo 12 decessi possono essere ascritti come ‘morti per Coronavirus’”.
“In più, per valutare la letalità del virus, l’esatto numero dei morti, avrebbe dovuto essere rapportato non già ai pochi positivi a tampone presentati come ‘contagiati’, ma alle stime del numero degli infettati in Italia che venivano già pubblicate da autorevoli istituti di ricerca”. “Questo non è stato fatto. E così l’Italia, invece di un tasso di letalità del virus stimato inferiore a 12, faceva registrare dapprima un farlocco quanto agghiacciante 6,6 per cento e, poi, un ancor peggiore 10 per cento. Una manipolazione dei dati che ha avuto ripercussioni gravissime e per la quale, ci auguriamo, qualcuno pagherà”.
ASSISTENZA DOMICILIARE NEGATA
Un interessante paragrafo è dedicato a quell’assistenza medica domiciliare fondamentale e invece boicottata dal Governo. “Numerosi studi attestano (soprattutto considerando l’impatto delle infezioni ospedaliere e del trauma che subisce una persona, soprattutto anziana, che deve abbandonare il proprio letto per andare in corsia) come l’assistenza medica domiciliare determini percentuali di sopravvivenza molto più alte del ricovero ospedaliero. Si direbbe abbia ignorato questa e altre considerazioni l’indicazione governativa (Protocollo sanitario 21 febbraio 2020) che dissuade il medico curante dal recarsi a casa del proprio paziente affetto da Covid-19 dovendo egli limitarsi a ‘consultarlo’ telefonicamente”.
“Scomparsa così l’assistenza sanitaria domiciliare, la velleitaria pretesa di una generale ospedalizzazione ha determinato ben presto il trasporto in sempre più affollate strutture ospedaliere di un numero spropositato di affetti da Covid-19 che sono stati ben presto falcidiati da infezioni ospedaliere. Il risultato è stato una impennata di mortalità Covid-19 e scene da lazzaretto medioevale diventate ‘piatto forte’ nelle trasmissioni Rai e di tanti altri media”.
VACCINI? NON UNA SOLUZIONE: UN PROBLEMA
Un illuminante focus sulle aree di Bergamo e Brescia. Zone in cui “appare verosimile una ipotesi tutta da verificare ma già rigettata con sdegno, senza che sia stata fatta una sola indagine al riguardo. E cioè che possa essere stata la straordinaria campagna di vaccinazione anti-meningococco C – svoltasi nella provincia di Bergamo (21.331 vaccinati) e di Brescia (12.200 vaccinati) – e la periodica campagna vaccinale contro l’influenza (che avrebbe registrato nelle suddette province adesioni, a detta dei media, ‘superiori ad ogni aspettativa’) a determinare in molte persone un abbassamento delle difese immunitarie che le hanno rese particolarmente vulnerabili al Covid-19”.
Le ‘autorità’ (sic) parlano di obbligatorietà per la vaccinazione contro l’influenza. “Una misura assolutamente insensata, sia perché l’attuale vaccinazione antinfluenzale risulta inefficace per circa il 30 per cento dei vaccinati, sia perchè il vaccino non agisce affatto sul virus Sars-Cov2 che, tra l’altro, trovando un organismo con un sistema immunitario già impegnato dal vaccino antinfluenzale, troverebbe una più agevole strada per infettare”.
CI VUOLE UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA
“Se questa emergenza è diventata un’ecatombe, la responsabilità è certamente di chi, non avendo pianificato nulla per affrontare l’epidemia, l’ha prima ritenuta impossibile e poi ha preteso di bloccarla costringendo tutta la popolazione a stare chiusa a casa. E, per fare questo, si è ricorso – oltre ad una terroristica informazione – ad una evidente falsità: considerare contagiati solo coloro che risultavano positivi ai pochi tamponi disseminati qua e là dalle Regioni e considerare come ‘morti per Covid’ TUTTI coloro che, prima o dopo la morte, risultavano positivi al tampone”.
“Si è istituzionalizzato, così, in Italia un tasso di letalità del virus Sars-Cov-2 elevatissimo, 28 volte superiore a quello della Germania”.
“Se questo è potuto accadere, gravissima è la responsabilità di tanti cialtroni, presentati come ‘scienziati’, che, non solo hanno taciuto sulle follie di questa gestione dell’emergenza, ma che continuano ad assecondarle, sperando così di poter essere ancora utili ai loro sponsor per farci accettare una società fatta di assurdi divieti e di vaccini”.
“E’ possibile che le voci critiche su questa gestione dell’emergenza portino ad una Commissione parlamentare di inchiesta degna di questo nome e, cosa ancora più importante, ad un risveglio dei tanti oggi intrappolati nell’ipocondria? Lo spero. Nonostante quello che sentenziava Mark Twain: ‘E’ più facile ingannare la gente piuttosto che convincerla di essere stata ingannata’”.