In una piccola stradina della fondamenta di Cannaregio, si cela uno dei segreti più spettacolari e meglio custoditi di Venezia: sin dal lontano 1888 la fornace Angelo Orsoni, la più antica del mondo specializzata nella produzione del preziosissimo mosaico di vetro a foglia d’oro e smalti, ha fornito i suoi mosaici per i più scenografici monumenti e residenze principesche del mondo: da Westminster a Londra ai Buddha dorati di Bangkok, dai palazzi dei Re dell’Arabia Saudita al Teatro de l’Opéra di Parigi, dalla Basilica di San Marco.*
La storia della Fornace inizia con la passione di Angelo Orsoni per un’arte antica che tramanda alchimie misteriose da quattro generazioni. Nato nell’Ottocento da famiglia muranese, viene introdotto ai segreti del mosaico dal celebre artigiano-artista Giandomenico Facchina che, quando decide di trasferirsi in Francia, gli dona il suo laboratorio: è il 1888. L’anno seguente si tinge di leggenda: Angelo decide di recarsi alla mitica Esposizione Internazionale di Parigi (quella per cui fu costruita la Torre Eiffel) e, per mostrare la sua arte, porta con sé un pannello multicolore, campionario di smalti e ori musivi, composto da oltre 3.000 pezzi di mosaico, oggi conservato nello showroom della Fornace, che colpisce a tal punto l’immaginazione di Antoni Gaudì da fargli decidere di usare esclusivamente prodotti Orsoni per la costruzione della Sagrada Famiglia in Spagna. Sono gli anni del Liberty e il mosaico esce dalla sfera dell’arte sacra per scoprire un’inedita vocazione artistica che consente alla Fornace una crescita che continua sino agli anni ’60 del Novecento.
Nel 2003 Orsoni entra a far parte del Gruppo TREND fondato da Pino Bisazza, suggellando così l’unione di comuni sensibilità artistiche, e nel 2004 nascono anche Domus Orsoni, un albergo con cinque stanze arredate con opere musive di diversi artisti italiani, e il Master in Mosaico.
All’interno della Fornace si assiste allo spettacolo della trasformazione, a oltre 1300 gradi, di sabbia, soda, opacizzanti e ossidi metallici in una pasta di vetro colorata che viene sottoposta all’azione di un rullo per ottenere i pani di vetro che vengono quindi raffreddati e, infine, tagliati; il tutto rigorosamente a mano. Un caleidoscopio di colori che si fa opera d’arte nell’incredibile “biblioteca del colore”, adiacente alla fornace, una stanza dove sono conservate e codificate un numero infinito di tonalità e sfumature, oltre 3500, tra cui 32 varietà del prezioso oro mosaico di cui Orsoni è indiscusso maestro nel mondo. Un gioiello che nasce da una lavorazione certosina: la foglia d’oro a 24 carati viene posta tra due strati di vetro, uno sottilissimo a sua protezione ed uno di supporto, e quindi anticata con un ulteriore passaggio in fornace.
Assistere all’incredibile lavorazione con cui prende vita la più piccola tesserina fa davvero comprendere perchè il prodotto Orsoni sia diventato un prodotto “cult” del Made in Italy, richiestissimo nelle residenze più importanti al mondo o dagli artisti più quotati per la realizzazione delle loro opere. Le visite allo Showroom sono possibili contattando direttamente la Fornace, previo appuntamento.
Angelo Orsoni fu anche inventore: è di sua ideazione, infatti, la pressa a cilindro rotante per comprimere la pasta vetrosa incandescente e dare maggiore uniformità alla superficie del prodotto finale, un utensile molto simile a quello usato ancora oggi e da cui nascono le piccole tesserine di dimensioni tutte diverse, così inequivocabilmente distinguibili da qualsiasi produzione industriale.
* Mosaici Orsoni si trovano pure (da Orsoni Ispirazione Sacra della MovieCare) in: Cattedrale di Monreale (Sicilia, Italia) – Basilica di San Vitale (Ravenna, Italia) – Basilica di San Pietro (Vaticano) – Basilica di Nuestra Senora de Aparecida (Brasile) – Basilica dell’Immacolata Concezione di Washington (USA) – Basilica di Notre Dame de la Garde (Marsiglia, Francia) – Basilica Saint Christophe (Charleroi, Francia) – Basilica del Sacro Cuore (Parigi, Francia) – Memorial Monumental di Santa Cruz del Valle de los Caìdos (Spagna). [N.d.S.]