Francesca Donato*, XRecorder, 9 III 2022
QUESTI SONO TUTTI PAZZI, CI PORTANO AL MASSACRO
La posizione affermata oggi dal Parlamento europeo, in linea con quella dettata dalla Commissione e dal Consiglio, è quella di alzare il livello dello scontro fra Ucraina e Russia oltre ogni limite attualmente possibile e di estendere il conflitto a tutti i paesi europei.
Le parole usate da Ursula von der Leyen, riecheggiate dagli interventi del commissario Borrell, dal presidente del Consiglio Europeo Michel e da quasi tutti i capigruppo, contengono affermazioni in parte non corrispondenti alla realtà dei fatti come “Putin vuole semplicemente che l’Ucraina smetta di esistere” e tutte tese a fomentare l’odio cieco verso il governo russo e la popolazione russa e bielorussa in generale, salvo che non rinneghi espressamente il proprio governo aderendo alla versione dei fatti data dalle autorità e dai media UE.
Viene deciso inoltre di utilizzare i fondi europei riservati agli aiuti umanitari per comprare armi da guerra come missili e mitragliatori da fornire ai militari e ai civili ucraini, del tutto impreparati ad usarle. Con una distrazione di risorse di bilancio dalla loro destinazione senza basi giuridiche che la legittimino.
Viene bloccato l’intero sistema di import-export fra Europa e Russia, chiusi i porti e lo spazio aereo, bloccati tutti gli investimenti e ogni tipo di cooperazione. Le sanzioni finanziarie adottate in partnership con gli Stati Uniti includono la chiusura di tutti i rapporti tra Europa e banche russe, il sequestro di tutte le riserve finanziarie della banca centrale russa presso le banche europee, l’esclusione della Russia dal sistema di transazioni finanziarie SWIFT, l’avvio di procedure inquisitorie verso tutti i privati e le aziende russe proprietari di beni o attività siti su territorio europeo. Inoltre vengono messi al bando tutti i media aventi rapporti diretti e indiretti con la Russia, operando la più estesa forma di censura dell’informazione mai adottata in un sistema che si dica democratico. Siamo difronte ad una vera e propria dichiarazione di guerra da parte dell’Unione Europea ad una delle principali potenze mondiali.
La presidente si è rivolta poi ai cittadini europei dicendo loro che sa bene quanto queste sanzioni – di gravità e portata senza precedenti – impatteranno negativamente sui paesi membri; i danni economici che colpiranno i nostri paesi saranno infatti enormi, oggi non quantificabili e potranno portare al collasso delle economie più colpite dalle misure contro la pandemia in qualche caso tuttora in vigore, come in Italia. Tuttavia Ursula von der Leyen ha affermato di essere certa che i cittadini europei capiranno e sopporteranno questa nuova ondata di sacrifici decisi dall’Europa per affermare una questione di principio. Ovvero che la libertà non ha prezzo.
Io trovo francamente che questa dichiarazione sia il colmo. La stessa voce che fino a ieri ha promosso e implementato le più pervasive e pesanti restrizioni delle nostre libertà in nome della necessità di difendere il bene superiore del diritto alla salute collettiva oggi afferma l’esatto contrario e cioè che la nostra sicurezza, la nostra stabilità economica e la nostra stessa sopravvivenza possono essere sacrificate sull’altare della libertà, per giunta di un paese terzo. Vi rendete conto dell’enormità e dell’ipocrisia dietro questa affermazione?
Lo spettacolo a cui stiamo assistendo è quanto di più pericoloso potessimo aspettarci e l’atteggiamento delle istituzioni e dei leader europei è di un’avventatezza che rasenta l’incoscienza. Solo alcuni stati membri come Ungheria e Slovacchia hanno comunicato che non parteciperanno con proprie risorse alla fornitura di armi all’Ucraina. L’Italia invece ha già annunciato ingenti stanziamenti e mobilitazioni militari sui paesi confinanti con l’Ucraina e la Russia.
Serve ricordare che poichè l’Ucraina non è parte della NATO nessun intervento sarebbe automaticamente necessario da parte degli alleati e che ogni stato partecipa alle operazioni su base volontaria. Il nostro governo, quindi, sceglie di schierarsi per la guerra. Ogni iniziativa diplomatica viene accantonata e superata dalla frenesia di demonizzare il governo russo ed escludere ogni analisi obiettiva su quali errori siano stati commessi da ambo le parti nel produrre questa situazione.
L’informazione sarà solo d’ora innanzi solo quella decisa e divulgata unilateralmente dal fronte ucraino-europeo, come nei più classici regimi. Tutti i cittadini russi residenti su suolo europeo saranno esposti a pregiudizi, odio e attacchi per la loro semplice nazionalità. E tale destino toccherà anche ai cittadini europei che oseranno prendere le loro difese o cercare di riportare fatti ed opinioni non allineate alla propaganda delle nostre istituzioni.
Ma chi pagherà il più alto prezzo, se la linea decisa oggi verrà perseguita, sarà il popolo ucraino. Un conflitto armato esteso a tutto il territorio ed alla popolazione civile provocherà un bagno di sangue e la distruzione dell’intero paese. Il baratro in cui tutti noi rischiamo di precipitare è buio e profondissimo. Solo un miracolo può salvarci. Mi auguro quantomeno che tutti i cittadini europei che davvero vogliono la pace e credono nella democrazia e nella libertà si mobilitino per dire il proprio no alla guerra, all’escalation delle ostilità, alla corsa al riarmo ed alla definitiva catastrofe politica e sociale che questa politica scriteriata vuole produrre. Io dico il mio no da oggi e continuerò a farlo. No alla guerra. Si ad un immediato cessate il fuoco e ad ogni iniziativa diplomatica che possa evitare un sicuro disastro. Riflettiamoci tutti.
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* Francesca Donato è un deputato al Parlamento Europeo eletta nella circoscrizione Sicilia e Sardegna. Il 13 marzo ha annunciato che la sua pagina con oltre 143 mila followers è stata chiusa da parte di Facebook senza alcuna notifica o avvertimento. “L’oscuramento della mia pagina” – ha precisato – “arriva guarda caso dopo il mio voto contrario al parlamento europeo alle sanzioni alla Russia e alla mia posizione critica sulla linea governativa di esacerbazione del conflitto in Ucraina” [N.d.S. – Fonte L’Unione Sarda].