Estratto da “Luoghi dell’infinito” (mensile de L’Avvenire)
Ezra Pound. Il doge americano
Il poeta dei “Cantos” è il vero cantore moderno di Venezia a cui dedicò alcuni dei passi più ispirati della sua opera.
nel video di RAI Storia (cliccando sull’immagine a fianco) uno dei canti del poeta letto da Pasolini.
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Per affacciarsi al mondo “veneziano” di Pound (1885-1972), forse si può partire cercando quel “nido nascosto” in cui abitò con Olga. Bisogna recarsi allora in calle Querini 252, non lontana dalla bianca e bellissima basilica di Santa Maria della Salute. Una via stretta e cieca che s’imbocca dal rio della Fornace.
In Discrezioni, il suo vivacissimo memoir, Mary de Rachewiltz racconta le mattinate veneziane con il padre poeta. Dopo aver preso il traghetto a Punta del Giglio o a San Marco, facevano una prima tappa al «Bar Americano sotto l’Orologio, per un panino e un’aranciata». Poi andavano «su per le Mercerie a un negozietto dove si sceglieva una miscela di caffè… Qui si comprava anche grossi blocchi di cioccolato amaro, e io potevo portare il pacchettino. Poi da Moriondo, per il fragrante Apfelstrudel, e cioccolatini alla menta… Ritorno in Piazza, dove spesso ci si imbatteva in amici; dal giornalaio accanto all’ufficio postale, per giornali inglesi e francesi. Da un altro pasticcere, Colussi, per salatini al formaggio. Al panificio per il pane a cassetta, croissants e grissini, e un po’ di conversazione con la moglie del panettiere, su grano, farina, prezzi. Voltato l’angolo, la fruttivendola… e consigli nella scelta del melone, pesche, fichi, insalata fresca croccante ricciolina, e pomodori non troppo maturi. Alla porta accanto, il macellaio: altro consulto sulla carne da tritare, le fettine di vitello o di fegato. Poi il pizzicagnolo, dove la scelta del formaggio si faceva difficile fra stracchino, belpaese, mascarpone, olandese o gruviera. Infine, e di rado, nella drogheria accanto per un pacchetto di menta…».