Federconsorzi, lo Stato condannato a pagare 900 milioni.
Finisce la contesa giudiziaria durata tre decenni. La Corte di Cassazione ha dato ragione alla Federconsorzi in liquidazione sul ricorso presentato dal Ministero delle Politiche agricole: vanno pagati i crediti alla Fedit, comprensivi di circa vent’anni di interessi. Ma ha escluso l’anatocismo.
Nuova tegola per il governo Renzi. La Corte di Cassazione con sentenza depositata giovedi 12 ha posto fine ad una guerra giudiziaria durata quasi trenta anni, sul ricorso proposto dal Ministero delle Politiche Agricole contro l’ultima sentenza della Corte di Appello di Roma del 2010 favorevole alla Federconsorzi: materia del contendere i crediti nascenti dall’attività dei consorzi agrari del dopoguerra dediti alla pastificazione e panificazione essenziale all’Italia dell’epoca. [v. “La vicenda giudiziaria degli ammassi dei Consorzi Agrari” nella Sezione “Casi rappresentativi” di questo sito].
La Cassazione ha accertato a favore della Fedit, con sentenza immediatamente esecutiva, un credito verso lo Stato di oltre 500 milioni di euro, cui andranno aggiunti gli interessi pari al Tus (tasso ufficiale di sconto) maggiorato del 4,4 % con la sola esclusione, sentenzia la Cassazione, della capitalizzazione – cioè l’anatocismo – semestrale. I legali ed i tecnici sono al lavoro per fare i calcoli ma secondo le prime stime il credito potrebbe lievitare di molto, addirittura sino a 900 milioni di euro circa.
Accolta la tesi dei difensori della Fedit in liquidazione (professori Beniamino Caravita, Giuseppe Niccolini e Daniele Santosuosso) sulla inapplicabilità al caso di specie (e quindi la Cassazione non si pronunzia sulla eccezione di incostituzionalità, pur sollevata) di una norma che nasceva «ad hoc» per opera del Governo Monti, l’art. 12, comma 6, decreto legge n. 16/2012: l’applicazione di tale norma, riferendosi appunto ai «crediti derivanti dalle gestioni di ammasso obbligatorio e di commercializzazione dei prodotti agricoli nazionali, svolte dai consorzi agrari per conto e nell’interesse dello Stato», avrebbe ridotto drasticamente l’ammontare degli interessi dal 1° gennaio 1996 ai soli interessi legali. La realizzazione del credito porterebbe in ogni caso ossigeno al processo di ricostituzione e rilancio della rete dei Consorzi agrari, avviato circa sette anni fa sotto la direzione della Coldiretti.
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Al prof. avv. Giuseppe Niccolini, che da anni si batte per questa causa con passione, le congratulazioni del nostro Studio legale.