Luciano Fontana, direttore del Corriere della sera, 20 XI 2017
Venti anni di illusioni di una politica immobile
Caro direttore,
se leggo i giornali di venti anni fa, devo costatare che ai nostri giorni si ripetono le stesse cose e gli stessi discorsi. In poche parole si cerca di cambiare la marcia (i governi, i ministri, le istituzioni), ma si finisce per muoversi sempre in folle. Churchill affermava che il politico diventa un uomo di Stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni, invece che alle prossime elezioni. Il nostro Paese credo che non meriti la classe politica, che ci ritroviamo. O forse sbaglio?
Piero Campomenosi
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Caro signor Campomenosi,
In realtà, se ci pensiamo bene, la situazione politica rispetto a venti anni fa è addirittura peggiorata. Più che andare in folle abbiamo fatto marcia indietro. Eravamo partiti con l’illusione che, dopo il crollo dei partiti storici (Democrazia cristiana e Partito comunista) avremmo costruito due poli conservatore e progressista che si sarebbero contesi il governo del Paese. Ci ritroviamo con un sistema politico sempre più frammentato e desideroso di tornare ai riti del proporzionale della Prima Repubblica. Senza un progetto per l’Italia e un investimento sul futuro per tirare fuori l’Italia dalla crisi.
Almeno venti anni fa c’era l’obiettivo di entrare nella moneta unica e fare parte dei Paesi d’avanguardia della costruzione europea. Ora viviamo di paure, rabbie, isolamento e voglia di massimizzare i risultati per il proprio gruppo. In una catena di contrapposizioni e odi personali che travolgono ideali e progetti. Sento serpeggiare già il rimpianto dell’attuale situazione, quasi che le prossime elezioni non ci possano riservare che qualcosa di peggio. Eppure il Paese, le sue imprese e i suoi cittadini stanno faticosamente recuperando, gli indici di crescita economica sono ancora distanti dagli altri ma non così male. Serve uno scatto di responsabilità e di visione, in passato, soprattutto nel dopoguerra, ci siamo riusciti. È troppo chiedere qualcosa di simile alla nostra classe politica?