Alessio Lana, Corriere della sera, 22 V 2020
PAC-MAN COMPIE 40 ANNI, UN’ICONA POP NATA DA UNA FETTA DI PIZZA PER PIACERE ALLE DONNE
La storia del personaggio videoludico più noto di sempre, che ha influenzato anche musica, arte e cultura degli anno ’80 e ’90.
Anche i beniamini videoludici invecchiano e dopo i 35 anni di Super Mario tocca a Pac Man raggiungere la veneranda età di 40 anni. È nato infatti il 22 maggio 1980 e a quanto racconta l’ideatore Tōru Iwatani, l’ispirazione arrivò durante una cena, quando tolta una fetta da una pizza gli apparì la forma di quello che diventerà il simbolo universale dei videogame. Come ogni leggenda però anche questa è in parte da sfatare: Iwatani stesso qualche anno dopo aveva fatto chiarezza affermando che «In giapponese il carattere per la bocca è un quadrato. Non è tondo come una pizza e io ho deciso di arrotondarlo». Ecco insomma il vero papà di Pac-Man, un kanji, e questa è solo la prima curiosità con cui vogliamo celebrare una vera icona pop.
Il nome con cui lo conosciamo arrivò in realtà solo a cinque mesi dalla nascita. In Giappone infatti era noto come Pakku-Man, derivato da «paku-paku», frase onomatopeica che ricorda il chiudere e aprire la bocca continuamente. L’onomatopea è la stessa che accompagna il movimento del personaggio sullo schermo, quel suono che tutti abbiamo ascoltato almeno una volta. Negli Stati Uniti era arrivato invece come Puck Man, parola che suonava troppo simile alla nota parolaccia inglese con la F, e quindi si virò verso un più elegante Pac-Man.
Pac-Man era nato con un obiettivo ben preciso: contrastare i giochi dell’epoca, tutti shooter «violenti e di guerra tipo Space Invaders», disse Iwatani, «Non c’erano giochi per tutti e tantomeno per donne… Io volevo qualcosa che fosse comico e potesse andare bene anche per loro». E infatti nel 1982 ecco comparire per la prima volta «Ms. Pac-Man», arcade sviluppato da Midway con una versione femminile dell’omino giallo. Il Rossetto, un neo sulla guancia e il fiocco in testa caratterizzavano la nuova grafica del personaggio. Il gioco non fu solo un clone ma al tempo divenne l’arcade più giocato di sempre con ben 115 mila cabinati distribuiti nelle varie città statunitensi.
L’arrivo di Pac-Man fu un vero terremoto nel mondo videoludico. Nel giro di 15 mesi dall’uscita statunitense, la Namco/Bandai aveva venduto più di 100 mila cabinati mentre i giocatori avevano speso oltre un miliardo di dollari in monetine da un quarto di dollaro. Il Guinness dei primati l’ha riconosciuto come l’arcade più diffuso di sempre – dal 1981 al 1987 sono stati installati 293.822 cabinati – e nel 2010 ha incoronato Pac-Man come il personaggio dei videogame più iconico di sempre. Il 94 per cento degli americani lo riconosce al primo sguardo, perfino più di Super Mario che si è dovuto accontentare del 93 per cento.
Per molti quel «paku-paku» è un mantra, per altri è musica. A soli due anni dall’uscita del videogame, nel 1982 negli Usa viene pubblicato «Pac-Man Fever», album del duo Buckner & Garcia, che parla appunto della febbre innescata dal gioco. Il brano fu un successone tanto da entrare nella celebre Billboard Hot 100 ma c’è chi ha fatto di meglio. Il celebre Aphex Twin non ha resistito alla musichetta psichedelica del gioco e nel 1992 l’ha remixata nell’EP Pac-Man, pubblicato sotto il nome di Power Pill, pillola energetica, una follia techno che mostra un altro aspetto dell’omino giallo nella cultura popolare, il rapporto con la droga. Quel mangiare pilloline bianche che lo rendono più forte dei fantasmini era un accostamento irresistibile per la rave culture degli anni ’80 e ’90.
Il Covid ha bloccato molte celebrazioni per questo 40esimo compleanno ma Pac-Man è stato comunque festeggiato da un nuovo brano musicale, Join The Pac, realizzato dal Dj giapponese Ken Ishii e accompagnato da un video musicale diretto da Yuichi Kodama. Sono poi state realizzate diverse collaborazioni con marchi di moda.