Diego Fusaro, Radio Radio, 21 IX 2022
PREMIO PER MARIO DRAGHI DA BRUXELLES, IL CAPITALE CHE CELEBRA SE STESSO E PREMIA I SUOI ESPONENTI
Ebbene sì, Mario Draghi, l’euroinomane di Bruxelles, l’uomo che esordì Goldman Sachs e che fu sul panfilo Britannia nel ’92, è stato premiato statista dell’anno. Il premio è stato consegnato all’euroinomane di Bruxelles all’Appeal of Conscience foundation. Nel suo discorso Mario Draghi, apprendiamo da skytg24, ha affermato quanto segue: è in gioco il futuro del mondo. Pronti al dialogo ma fermi sugli ideali, ottimista sull’Ucraina.
Ovviamente sono fioccati complimenti sperticati dai principali esponenti del nuovo ordine mondiale turbocapitalistico a trazione atlantista. Complimenti da Kissinger e da Biden. In particolare il Presidente della civiltà del dollaro ha sottolineato “il suo lavoro per far avanzare i diritti umani nel mondo. Draghi è stata una voce potente nella promozione della tolleranza e della giustizia, lo ringrazio per la sua leadership”. Davvero ogni commento sarebbe superfluo perché questa stessa narrazione parla da sé: è il capitale che celebra se stesso e premia i suoi esponenti. Non dimentichiamolo mai: il capitale celebra con la società dello spettacolo, con i circenses che la popolano e con il clero intellettuale e giornalistico di completamento, premia sempre e solo coloro i quali sono organici al suo dominio.
Per converso, perseguita di fama, ostracizza e demonizza tutti coloro i quali per una via o per un’altra provino a opporsi all’ordine ogni giorno più asimmetrico dell’organizzazione turbocapitalistica ed ecco allora che puntualmente Mario Draghi viene celebrato non soltanto a tambur battente ma di più: nominato statista dell’anno. Quale miglior prova che egli sia l’uomo giusto al momento giusto, l’uomo dei mercati e per i mercati. L’unto dall’ordine mercatista, senza frontiere, l’euroinomane di Bruxelles, come lo abbiamo chiamato. L’uomo che piace ai mercati e viene premiato da essi. Addirittura nel discorso letteralmente orwelliano dell’arcobalenico vegliardo Joe Biden, Mario Draghi viene presentato come il maggior difensore dei diritti umani.
Quali diritti umani avrebbe tutelato, di grazia, Mario Draghi? Non certo quelli dei lavoratori e dei ceti medi italiani, che sono stati martoriati senza pietà in nome delle ragioni superiori, o presunte tali, dei mercati. Non certo i diritti dell’Italia che è stata sempre sacrificata nel nome delle più alte ragioni dell’Unione Europea e della Banca Centrale. I diritti del Capitale, sono stati tutelati senz’altro da Mario Draghi e ora che quei diritti possano identificarsi tout court con i diritti umani è quantomeno degno di attenzione. Di quale giustizia è stato promotore Mario Draghi di grazia? Joe Biden ha parlato di questo, di giustizia che Mario Draghi ha garantito, la giustizia dei mercati, dell’autoregolamentazione dei mercati senza interferenze, la giustizia delle chiusure che si presentavano come terapeutiche, oppressive e repressive a nocumento dei ceti medi e delle classi lavoratrici.
Insomma, Mario Draghi ha tutelato benissimo le classi dominanti e la visione mercatista ed è proprio per questo che viene ora premiato con il giusto riconoscimento da quelle stesse classi, dal padronato cosmopolitico, dalla plutocrazia neoliberale, dagli ammiragli del capitale borderless. Nulla di nuovo quindi, uno spettacolo tipico della civiltà merciforme, finanziaria e della stessa checelebra continuamente se stessa e i propri araldi. Ci saremmo anzi stupiti se questo premio non fosse arrivato. E’ la prova che Mario Draghi corrisponde in pieno al profilo richiesto dai mercati. Del resto, l’intera vicenda politico-economica di Mario Draghi sembra compendiarsi in quella celeberrima sua asserzione, secondo cui bisognava salvare (lo disse nel 2012) “bisogna salvare l’euro”. Non i popoli, i lavoratori, l’interesse nazionale, i diritti. No, l’Euro. La moneta, il sistema neoliberale che in essa si cristallizza. Ed ecco che Mario Draghi viene premiato perché fa quello che i mercati richiedono, incarna al meglio la politica. Il tempo del turbocapitalismo, la politica ridotta semplice governance di gestione dei mercati e per i mercati.
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Andrea Cionci, RomaIT, 23 IX 2022
Il premio mondialista a Draghi: una colomba o le corna di Bafometto?
Il fatto strano è che non si riesce a trovare un’immagine della statuetta di cristallo che Draghi ha avuto in premio, provate a cercarla.
Che mattacchioni questi complottisti… Pensate che si sono fissati che i leader mondialisti non siano solo una cricca di ateoni materialisti, ma che abbiano una spiritualità tutta loro. E non esattamente mariana.
Da mondialisti non potrebbero che adorare il Principe del mondo, e cioè? Il cornuto del piano di sotto, anzi, nella fattispecie, il Bafometto, un demone dalla forma di capro antropomorfo col seno femminile, le corna e una fiamma che spunta al centro della fronte. Praticamente adorerebbero questo demone per avere potere, ricchezza, denaro e successo. Che fantasia, eh?
Sappiamo tutti che invece i leader mondialisti sono delle bravissime persone interessate solo al bene comune. E soprattutto si preoccupano della vostra salute. Questa sta loro molto a cuore.
Certo però, va detto, i leader di cui sopra non è che si impegnino molto per sfatare queste bislacche vociferazioni. Anzi, diciamo che, ogni tanto, sembra lo facciano apposta a lanciare qualche frecciatina, qualche provocazione.
Vogliamo ricordare quando i leder del G 20 fecero il girotondo intorno alla Porta dell’Inferno di Rodin, esposta al Quirinale, ex reggia papale, il 15 ottobre 2021? Data in cui furono sospese le libertà costituzionali per il green pass.
Pochi giorni dopo, Biden, sghignazzando, disse a Draghi: “Stai facendo proprio un lavoro infernale” (lett. “hell of a job”). E dagli.
L’ultima riguarda proprio Super Mario, che ha appena ricevuto, a New York, il premio World Statesman Award (statista dell’anno), in occasione della 57ma edizione dell’ Annual Awards Dinner della Appeal of Conscience Foundation, per la sua “lunga leadership poliedrica nella finanza e nel pubblico servizio di cui hanno beneficiato l’Italia e l’Unione europea e che ha aiutato la cooperazione internazionale”, come ha spiegato il rabbino Arthur Schneier, presidente e fondatore della fondazione.
Ora, come vedete, il premio dovrebbe essere una soave colombella con le ali spiegate appollaiata sopra una palla, come in qualche passata edizione, ma è innegabile che questa 2022 sembri proprio un bel paio di corna, di quelle da bufalo. Sul web, infatti, fioccano le vignette, più o meno satiriche.
A qualcuno, il trofeo ha suggerito le corna di Bafometto seduto sopra il mondo, come nell’iconografia classica del demone. E quella puntina al centro potrebbe essere la fiamma di cui sopra, invece del capino della colomba.
Il fatto strano è che non si riesce a trovare un’immagine di questa statuetta di cristallo, la si vede solo nelle mani del nostro benefattore. Mah? Volete cimentarvi?
La domanda è: ma al World Statesman Award non potevano scegliere un trofeo un po’ più rassicurante? Una coppa, come quelle dei tornei di briscola, oppure un bel vaso – che poi la signora Draghi ci mette i fiori – o una innocua targa di ottone? “Al Marione nostro, tutti i leader del mondo, con sincero affetto”.
E invece no. Le corna del bufalo. E poi però non prendetevela se la gente si fa venire delle strane idee.