Salvo Fallica, Corriere della sera, 30 VIII 2017
NEL CUORE DELLA SICILIA
Il Ponte dei Saraceni e i fondali vulcanici del Simeto: dove la storia si congiunge alla geologia.
Una riscoperta di beni culturali dimenticati e un viaggio nei tanti volti della natura che in Sicilia mostra luoghi incantevoli e sorprendenti in un connubio tra storia e natura.
Una passeggiata nella storia senza alcun bisogno di fantasticare sulle macchine del tempo. Una riscoperta di beni culturali dimenticati ed un viaggio nei tanti volti della natura che in Sicilia mostra luoghi incantevoli e sorprendenti. La natura nella sua bellezza sublime che si manifesta nella visione, fuori dall’ordinario, dei fondali vulcanici del fiume Simeto. Paesaggi sui generis, immagini suggestive, scenari lunari.
Tutto questo lo si può sperimentare camminando su un ponte millenario, che si trova nel cuore della Valle del Simeto. Il «Ponte dei Saraceni» sorge infatti nel territorio di Adrano e delimita i territori etnei adraniti con quelli ennesi di Centuripe. Oltre ad ammirare il ponte, costruito nel XII secolo, si possono osservare con autentica meraviglia non solo prospettive nuove dell’Etna ma i fondali del fiume Simeto. Fondali che in questo periodo dell’anno, in questa zona, sono in larga parte asciutti. E consentono di appurare da vicino come il principale fiume siciliano abbia scavato con il fluire del tempo le rocce basaltiche creando delle gole (dette anche «Forre del Simeto») lungo il suo corso.
Qui la storia si congiunge alla geologia, un esempio classico di studio del passato con la categoria storiografica della lunga durata elaborata dallo storico francese Fernand Braudel. Ma torniamo subito ad immergerci nella visione diretta dei luoghi, e dal ponte vediamo un suggestivo panorama dell’Etna e nel contempo la Valle del Simeto. Il ponte che risale al periodo del 1100, epoca della dominazione normanna su questi territori, è stato costruito su preesistenti strutture saracene. Alcuni studi ipotizzano la precedente presenza di un ponte d’epoca romana. Cosa molto plausibile, perché questi luoghi erano centrali economicamente nel periodo romano anche per il commercio del grano. E dunque il ponte costituiva la cerniera fra Adrano e Centuripe, fra Paternò e Centuripe. Era l’anello di congiunzione fra Catania e l’entroterra che aveva in Paternò e nell’antica Adranon (l’attuale Adrano) l’asse centrale dell’antica Valle del Simeto.
Il «Ponte dei Saraceni», nonostante interventi nel corso dei secoli che ne hanno modificato diverse parti ed una alluvione del 1948 che ne distrusse altre, conserva la sua essenza storica. Va anche detto che i normanni con spirito illuminato nella strutturazione delle loro opere utilizzavano anche maestranze arabe. Il ponte per citare papa Francesco unisce luoghi, civiltà, culture. Scendendo dal «Ponte dei Saraceni» ed avvicinandosi alle sponde del Simeto si scorgono la sabbia, le pietre, che fanno venire in mente paesaggi marittimi. Nel letto del fiume le rocce basaltiche, con la loro pluralità di svariate forme geometriche, proiettano la mente umana in una dimensione extraterrestre. Ispirano letterariamente e poeticamente. Non è un caso che alcuni luoghi della Valle del Simeto siano stati narrati anche da Cicerone e Virgilio.
Chiara Longo, una studiosa di questa dimensione geo-storica, una insegnante adranita che dedica molto tempo al progetto di valorizzazione del fiume Simeto, spiega: «Anche le pietre raccontano una storia plurimillenaria, le nostre origini sono qui. È nostro compito preservare questi beni culturali, ambientali, paesaggistici. Ma anche farli conoscere al mondo esterno». Non vi è solo la Sicilia delle coste, del mare, ma una Sicilia degli interni, ricca anch’essa di bellezze spettacolari, di storie, beni culturali e tradizioni. «Il cuore della Sicilia è anche qui, senza il Simeto e la sua lunga civiltà manca un pezzo del nostro passato», racconta Nino Tomasello, studioso di storia locale. Natura e storia, memoria e paesaggi, vi è una interazione continua. Ma vi è anche la forza incontenibile della natura, la forza vulcanica che ha modificato il territorio nel corso di centinaia di migliaia di anni. Osservare le rocce basaltiche del fiume Simeto porta molto lontano, alla storia del lento formarsi di aspetti specifici della nostra terra. Supera le emozioni dei romanzi di fantascienza. È una esperienza razionalmente vera ed emozionalmente sublime. Sui fondali del fiume vi è cristallizzato il passato lontano ma nelle sue acque, che torneranno con le prossime stagioni, vi è il divenire eracliteo…