Federico Novella, La Verità, 4 V 2020
“Il crack economico è peggio del virus”
Intervista a Roberto D’Agostino, anima indomabile del sito “Dagospia”
Roberto D’Agostino, anima indomabile dell’ ascoltatissimo sito di indiscrezioni «Dagospia»: oggi inizia la fase due.
Già quel cocainomane di Sigmund Freud, magari prefigurando il governo Conte, spiegava che la “Fase 2” è quella anale. Quindi è come la prima, ma con vaselina. Ora si va per la cinquantena e la tombola. Vale a dire: il crack dell’ ex Belpaese».
Addirittura?
«Gli aiuti economici attesi dall’ Europa sono imbrigliati tra clausole killer e condizionamenti alla greca. Solo per cassare dal trattato europeo le «condizionalità» del Mes occorrono almeno 45 giorni e le firme di 27 nazioni. Campa cavallo. Purtroppo, in politica, non esistono pasti gratis».
Intanto siamo alle prese con una dittatura tecnosanitaria?
«Che i nostri politici potessero fare ben poco davanti al Covid, ci può anche stare. Già non capiscono un cazzo su come governare un paese in tempi normali, immaginiamoci travolti da 30 mila morti, mancanza di posti di rianimazione e ventilatori, cadaveri gettati nelle fosse comuni e case di riposo trasformate in cimiteri, eccetera. Magari potevano evitare negli anni passati di trattare la sanità come un vitello da macellare, tagliando ospedali, posti letto e attrezzature».
E i virologi?
«Invece i virologi hanno detto tutto e il contrario di tutto. Potevano fare ben poco se non andare in televisione a fare la ruota del pavone. Se va avanti così, Roberto Burioni parteciperà ad “Amici”, “Ballando con le stelle” e “Miss Italia”».
Come si spiega il moltiplicarsi di task force di consulenti?
«Quando non ci si capisce un amato cazzo e non si sa dove sbattere la testa, nascono come funghi i comitati tecnico-scientifici e le task force. Così le cazzate vengono fatte in compagnia. La commissione dei 17 (toccarsi, please) esperti di Vittorio Colao è priva completamente di gente che sappia davvero cos’ è il commercio al dettaglio, il turismo, la vita reale. Non parliamo poi del loro nazi-tentativo di attuare la strage degli anziani».
Strage degli anziani?
«Dai 60 in su sono pericolosissimi, da rinchiudere in casa perché capaci di contagiare pure le zanzare. E poi i vecchi sono troppi, aficionados di farmacie e habitué dei pronto soccorso, considerati una disgrazia economica per il bilancio sanitario dei paesi. A 72 anni mi è toccato anche far conoscenza con un terribile termine francese “triage” (vuol dire cernita, smistamento) che è scattata negli ospedali lombardi a corto di posti di rianimazione e ha costretto i medici alla scelta agghiacciante tra la vita di un giovane e quella di un anziano.
Pensa che in Italia sia in atto una sospensione della democrazia?
«La democrazia, come la nostra vita, non è stata sospesa. Il sistema è solo rimasto spiazzato perché il nemico era rappresentato da un virus. Ma non siamo ancora cinesizzati o russificati. Abbiamo pure visto regioni leghiste come Lombardia e Veneto soccorse da comunisti cubani, russi, cinesi e Ong. E a quella destra originaria dell’ Msi e Alleanza nazionale che sparla di ”dittatura”, bisognerebbe solo inviare qualche libro sui vent’ anni di “democrazia” ai tempi del fascismo».
Dove sta sbagliando il premier Giuseppe Conte?
«Ha fatto lo stesso errore di arroganza che fece Matteo Renzi. Cioè governare senza avere un filo diretto con il “Deep state” romano, che è poi la macchina del potere: esercito, dirigenti, corte costituzionale, servizi segreti, salotti de’ noantri, padroni del vapore. Uno sbaglio madornale tipico di coloro che vengono dalla provincia, come Firenze, o da altre attività, come gli studi legali. Ora Gianni Letta, che sente Conte tutti i giorni, gli ha consigliato di proporsi non come politico, cosa che non sa e non può fare, ma come statista. Quindi superpartes. Auguri e casalini maschi! ».
Perché ha detto che Conte sogna di fare l’ influencer?
«La comunicazione politica non è materia per i nerd di Instagram e i pirla di Facebook perché ogni parola può essere un macigno quando si parla di sopravvivenza sia sanitaria che economica. E la scelta di Casalino di postare il suo schiavo su Facebook per conferenza stampa dove si annunciavano provvedimento pesantissimi ha fatto drizzare i capelli a tutti, da Mattarella a Zingaretti. Ma il Conte Casalino, appunto come i Ferragnez, si bagna vedendo gonfiarsi il numero dei follower e dei like».
Alimentando confusione?
«Con Conte online, anche il virus sta sbroccando: non riesce a capire come cacchio faccia il modulo di autocertificazione a mutare così velocemente. Nella prossima conferenza stampa il premier, esaurite le autocertificazioni, ci insegnerà a fare la pochette a quattro punte utilizzando le vecchie mascherine».
Quando scadrà questo governo?
«I palazzi della politica, Quirinale compreso, pensano ormai che Conte sia del tutto inadeguato per amministrare la Fase tre, quella della Ricostruzione. A fine mese Conte annuncerà il Mes senza condizionalità e un accordo politico sul recovery fund. Una volta che i due provvedimenti saranno definiti, l’avvocato di Padre Pio verrà rimandato a settembre e quindi bocciato».
E poi?
«E poi ci sarà un nuovo esecutivo di unità nazionale, architettato da Gianni Letta e sostenuto dal Pd, dall’ala governativa dei 5 stelle, da Italia viva e Forza Italia. Ma non sarà guidato da Mario Draghi che, come minimo sindacale, pensa al Quirinale».
Al Quirinale?
«Certo! Ce lo vedete Supermario a palazzo Chigi che si mette a litigare con Di Maio e Renzi?».
Quindi chi sarà il nuovo premier?
«Sicuramente una persona esperta, con ministri competenti, capaci di gestire la pratica degli aiuti europei».
I 5 stelle si spaccheranno?
«Non si spaccano perché sono già polverizzati, tant’ è che Marco Travaglio ha preso il posto di “Elevato” che apparteneva a Beppe Grillo, ormai disperso. Il solco tra i duri e puri di Dibba e i “pragmatisti” – anzi: meglio chiamarli “poltronisti” – è sempre più profondo. Grillo, Di Maio e Roberto Fico sono ben consapevoli che è l’ultima volta che si siedono a tavola; quindi, Mes o non Mes, non si staccheranno dalle loro poltrone. Tanto, prima di andare a votare, occorre aspettare il 2022 e l’elezione del nuovo Capo dello Stato che avverrà con questo Parlamento.
E Alessandro Di Battista?
«Un esempio di “pragmatismo” è quello che ha spinto Grillo a intervenire su Casaleggio per rimandare al mittente la proposta di Di Battista di usare la piattaforma Rousseau per gli Stati Generali del movimento ed eleggere il nuovo capo politico. Ora che farà Dibba che, dice lui, avrebbe sotto la sua ala quasi il 50 per cento dei 5Stelle? Incassa e porta a casa, facendosi logorare giorno dopo giorno, oppure fa il Gladiatore: “Al mio segnale, scatenate l’inferno”?».
Ma il centrodestra resterà unito?
«Grazie all’adoperarsi indefesso di Gianni Letta, Conte sa bene che quando c’è bisogno di voti in Parlamento, a causa di eventuali ribelli pentastellati, può far ricorso al gentile soccorso azzurro di Forza Italia. Lo stesso Conte, intervistato da “Repubblica”, ha rilasciato un grande riconoscimento a Berlusconi come forza politica responsabile, subito legittimato da Travaglio dalla Gruber. Ora che va in soccorso all’amato Conte, non è il più diavolo del bunga bunga e il pluricondannato che gli spolverò la sedia durante il programma da Santoro. E poi Silvio, che votò perfino il governo Monti per contare ancora, vuole essere sostegno di una maggioranza qualunque. L’ obiettivo è quello di partecipare al futuro esecutivo di unità nazionale».
E Renzi, che minaccia di uscire dalla maggioranza?
«Al di là delle roboanti sparate in Parlamento, Renzi dovrà assumere un ruolo diverso rispetto a quello di oggi. Letta è ben consapevole che Forza Italia ha una icona ancora vivente (il santino di Berlusconi) ma è priva di un leader politico: il suo progetto segreto è coalizzare due forze moderate che rischiano l’irrilevanza alle future elezioni politiche del 2022, Forza Italia e Italia Viva, con Matteo Renzi leader e il feticcio Berlusconi e dietro i vari Tajani, Bernini, Carfagna, etc.. (Forza Italia si barcamena al 6/7% mentre IV raccoglie oggi tra il 2 e il 3% dei consensi nel Paese). Insomma, dopo il patto del Nazareno, un Renzusconi n.2. Poi c’è la parte meno “nobile” dell’operazione: le nomine dei commissari Agcom che saranno votati a settembre dal Parlamento (e quindi Berlusconi vuole essere “sostegno di una maggioranza qualunque”). In Agcom Berlusconi ha bisogno di contare ancora (vedi anche caso Vivendi/Mediaset)».
Politica a parte, lei pensa che non andrà affatto tutto bene: avremo lo Xanax al posto dello spritz?
«Lo stress impera, sovrano assoluto della nostra vita sospesa. La “Milano da bere” degli anni Ottanta è diventata la “Milano da bare”. La possibilità di contagio rende sospettosi, egoisti, nevrotici, malinconici. Combattiamo contro un nemico invisibile, ma non c’è un fronte: unico atto di eroismo, mettere la mascherina».
Ne usciremo più responsabili?
«Lo spirito tromboneggiante le consuete opinioni generosamente generiche, ingenuamente ideologiche, ovviamente sentenziose che ci aspettiamo, che temiamo. Siate buoni, se potete. Vogliatevi bene. E vogliatene anche ai laziali e juventini, giacché ci siamo, è un’etichetta che, da noi, non attacca. Perché siamo scorrettissimi già nel Dna. Non appartiene al nostro genoma il senso dello Stato. In Italia, il ridicolo è più forte del pericolo. Vi assicuro: quando si uscirà dal tunnel e torneremo a mandarci affanculo nel traffico, sarà bellissimo».
Ne usciremo più cattivi, anziché più buoni?
«Cattivissimi! Di più: vendi-cattivi. Non crediate che quando questa tragedia finirà, noi saremo diversi, il mondo più buono, in preda a valori francescani. Saremo senza lavoro e senza un euro, grassi e incazzati con le mogli. Ne vedremo delle brutte».
Umberto Galimberti dice che il dramma di questi giorni è restare a casa con noi stessi.
«Mah, gli direi, semplicemente: parla per te».
Stiamo rinunciando a un bene prezioso come la privacy?
«Maddai! Da anni stiamo raccontando i cazzi nostri su Facebook e ora abbiamo paura di perdere la privacy per una applicazione antivirus? Di che stiamo cianciando? Chiunque ha in mano uno smartphone ha già consegnato la sua vita a Apple, Zuckenberg e compagni».
Il filosofo coreano Byung-Chul Han paventa la «quarantena lager», l’ home office come nuovo campo di concentramento. L’ isolamento sancirà la vittoria del virtuale sul reale?
«Cosa hanno di irreale la fame, la disoccupazione, il fallimento, la rottura di coglioni? Le banche chiedono 19 documenti “reali” per avere prestiti da 25.000 euro. Attenti poi a usare parole pesanti e dolorose come “quarantena lager“: la Seconda guerra mondiale è durata cinque anni e nei campi di concentramento i nazisti hanno ucciso 6 milioni di ebrei».
Chi pagherà il conto del virus? Rischiamo rivolte sociali?
«Se non succede qualcosa di buono entro l’estate, e purtroppo le speranze sono poche, l’ autunno sarà flambé. Aziende fallite, negozi chiusi, disoccupazione dovunque. Altro che scippi di Rolex: si porteranno via i bancomat con tutto il muro e i negozi di lusso saranno blindati, come già sta succedendo a New York e Los Angeles. Temo che l’ emergenza sociale “ucciderà” più dell’ emergenza sanitaria».
Il Covid rivoluzionerà i rapporti amorosi?
«Basta andare in qualche “rituals” per fanatici fetish o rivedere la scena del festino di Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick, per vedere che le mascherine sono sempre state usate. L’erotismo si basa sull’ esistenza della forza immaginativa, che precede qualsiasi esperienza concreta della sessualità. Un sano erotismo è come dire una bella dentiera. Come ironizzò Woody Allen: “Il sesso è sporco solo se è fatto bene”».
E quindi?
«E quindi alla fine, quando la morte è tangibile, si prende coscienza della fragilità e della caducità della vita. Tanti si interrogheranno sulle scelte fatte, sugli amori che non hanno osato amare, sulla vita che non hanno osato vivere. Per scoprire che il contrario della morte non è la vita, ma l’amore. Dall’io a Dio. E così, anche in una società dura e cattiva, alla fine Dio è ciò che manca, quando non manca nulla».