Francesco Alberoni, Il Giornale, 28 VII 2019
Abbiamo un patrimonio enorme ma non basta. Riscopriamo i nostri talenti
Si dice che l’Italia ha una sola grande straordinaria risorsa con cui potrebbe diventare prospera: il turismo, grazie al suo sterminato patrimonio culturale e la sua fiorente gastronomia. Ogni giorno i nostri critici d’arte ci mostrano qualche stupenda opera ignorata, qualche quadro mirabile chiuso in una chiesetta in montagna, uno straordinario crocifisso appeso alle mura di una chiesa terremotata. Sul versante gastronomico ci dicono che abbiamo una produzione agricola meravigliosa e famosi chef che insegnano a preparare i cibi più raffinati e sicuri. Però poi, quando vai di paese in paese a vedere queste meraviglie, ti accorgi che spesso questi gioielli sono quasi tutti lontani dagli itinerari turistici e sono visitati da poche persone. E trovi solo qualche trattoria, qualche agriturismo che fa ottimi cibi ma, salvo un paio di mesi estivi, ha pochi clienti e talvolta fa fatica a tirare avanti.
Il grande turismo si concentra in poche zone dove si accalcano milioni di persone che di giorno vanno al mare e la sera in discoteca, e non si accorgono nemmeno delle straordinarie opere d’arte accanto a cui mangiano ogni giorno. E questo nostro turismo fatto o per le masse o per gli iniziati è ogni giorno di più in concorrenza con il turismo mondiale, con le grandi navi da crociera, con le migliaia di spiagge assolate in tutti i continenti, con isole incantevoli in tutti i mari, con antiche città e nuove metropoli da visitare. Tutto a basso prezzo, soprattutto i viaggi in aereo.
Certo, il nostro turismo resterà importante, essenziale, ma non ci darà mai un impetuoso sviluppo economico nella globalizzazione. L’unica via che noi italiani possiamo percorrere per risalire la china è, oltre al turismo, quella che gli europei hanno percorso orgogliosamente nel passato: perseguire continuamente il progresso scientifico, tecnico, l’invenzione, la creazione del nuovo, l’avanguardia.
Consapevoli però, questa volta, che appena hai inventato qualcosa, se lo regali in giro altri te la portano via e diventano tuoi concorrenti. Perciò devi metterlo a frutto ma essere sempre geloso e vigilante su ciò che hai creato, ricordando i cinesi che protessero per millenni il segreto della seta.