G. Tomasello – G. D’Antoni, La Sicilia, 21 VI 2022
I cinque gruppi che vogliono il Catania ai raggi x: ecco chi sono e cosa promettono
Entro una decina di giorni il Comune dovrà scegliere a chi affidare il futuro del club rossazzurro.
Spetterà all’Amministrazione comunale scegliere il progetto ritenuto più idoneo per avviare il rilancio, da qui alla fine del mese ci sono una decina di giorni a disposizione, un tempo ragionevole per fare le opportune verifiche senza bisogno di ricorrere agli “straordinari” o sacrificarsi con notti insonni. Non dimentichiamo che c’è stato pure il timore che nessuno presentasse un piano per la rinascita del Catania e invece negli ultimi dieci giorni si sono fatti avanti ben cinque gruppi con progetti anche a largo raggio.
Ma ecco chi sono e cosa propongono.
GRUPPO MAESTRI
In ordine cronologico è la prima delle cinque manifestazioni d’interesse presentate per la formazione del “nuovo” Catania e a rappresentare il gruppo guidato dall’ingegnere Fabio Maestri che opera principalmente nel settore della termovalorizzazione, è l’avv. catanese Luigi Ferlito stimato professionista di calcio sport che ha praticato fin da ragazzo giocando nelle categoria minori nel ruolo di terzino destro e vincendo due scudetti e un titolo mondiale con la rappresentativa avvocati.
Il legale etneo ha sposato subito il progetto di cui è entusiasta e che è stato tra i primi a essere elaborato: «Comunque andrà a finire, da tifoso del Catania – a parlare è ora l’avvocato Ferlito – non nascondo la mia soddisfazione perché queste cinque manifestazioni d’interesse confermano il forte interesse per il Catania Calcio. Ribadisco il pensiero che è stato espresso dall’ing. Maestri attraverso un comunicato e cioè il nostro gruppo plaude al clima emozionante ed elettrizzante che si è creato in città e tra la tifoseria rossazzurra. Ho parlato io perché l’ingegnere è parecchio riservato ma il progetto è tutto suo».
Avvocato, inizialmente c’era stato pure il timore che nessuno si presentasse al bando e invece…
«Noi abbiamo avuto subito le idee abbastanza chiare e adesso ci auguriamo che da questa gara di progetti, competenze e strutture concorrenti venga selezionato il meglio per la squadra che la città merita. Insomma che vinca il migliore».
Se non sbaglio se il vostro gruppo dovesse essere scelto per la formazione del nuovo Catania, avete già in mente l’allenatore?
«Sì e le confermo che abbiamo già contattato ed è pronto a venire a Catania Gaetano Auteri. Mi sembra l’allenatore ideale per la rinascita del Catania».
In città giorni fa appena è trapelata con una certa la notizia della vostra possibile candidatura, circolava con insistenza la voce che dietro il gruppo ci fossero alcuni ex componenti della Sigi.
«Lo smentisco categoricamente, non c’è alcun collegamento con il passato e nel caso in cui dovessimo essere scelti noi, si avrà l’ulteriore conferma. Non sarebbe fra l’altro possibile perché nella manifestazione d’interesse indetta dall’Amministrazione comunale ci sono dei precisi requisiti da rispettare, insomma un taglio netto con il passato. Abbiamo voluto fare il nome dell’allenatore Auteri perché abbiamo un progetto serio di rinascita del Catania e ieri abbiamo avuto l’enorme piacere di accogliere Davide Baiocco come responsabile del settore giovanile: si tratta di una persona straordinaria. Comunque se ci sarà qualcuno più solido di noi saremo ugualmente soddisfatti. Siamo tutti tifosi del Catania e, quindi, la storia calcistica che continua rappresenterà comunque un successo per tutti noi». (Giovanni Tomasello)
GRUPPO MMR CINEMA
Progetto da stropicciarsi gli occhi cercansi, è l’auspicio che lega la passione e l’attesa della gente di Catania, a poche ore dalla scoperta delle 5 manifestazioni d’interesse inviate all’amministrazione comunale. Come già precedentemente sottolineato, i campi in questione spaziano da settore e settore. Quella di MMR Cinema, società a responsabilità limitata dal core business impiantato nella sfera della proiezione cinematografica, è una delle candidature sul tavolo del Comune. La srl, cui amministratore e proprietario è l’imprenditore romano Manuele Ilari, ha presentato manifestazione d’interesse a nome del rappresentante legale Gioacchino Amato, il quale ha articolato, senza ovviamente scendere in dettagli che possano dare vantaggi alla concorrenza, i punti del progetto presentato via pec: «l’offerta presenta i requisiti richiesti dall’amministrazione per cui nutriamo grande rispetto – esordisce Amato – piano industriale, economico-finanziario, una presentazione patrimoniale e parametri che ne definiscono la solidità. Mi auguro non venga selezionato il futuro proprietario del Catania esclusivamente su una base economico-patrimoniale»
Pre-tattica o consapevolezza? Le dichiarazioni del legale sono concise, ma non si fermano ad una visione generica del business plan presentato: «Puntiamo su un progetto tecnico-sportivo parsimonioso. L’approccio a cui miriamo, come società, è quello di realtà calcistiche avvedute come Empoli, Cremonese e Spezia, squadre che hanno raggiunto la massima serie grazie a una progettualità priva di proclami».
«Manuele Ilari è manager abituato a navigare controvento, considerato che oggi lavorare nella proiezione cinematografica e raccogliere successo non è semplice, ma lui pur giovane ci è riuscito. La sua idea è quella di rilanciare Catania muovendo sull’entusiasmo unico di questa città»
«Ho sentito fare numeri e proclami senza senso – tuona il legale della MMR Cinema – Ilari non è uno sceicco, ma senz’altro un manager oculato con le disponibilità giuste per questo progetto. Valorizzare il Catania è possibile, purchè con gli aspetti giusti».
Un interesse radicato da settimane e una volontà di partire immediatamente: «Stiamo tessendo rapporti con imprenditori di caratura internazionale che supporterebbero la nostra causa. Stiamo avendo conferme, il progetto piace».
Nelle mire della società, in caso di concessione, ci sarà Torre del Grifo: «Parliamo di una struttura immensa che, se valorizzata, sarebbe un sicuro punto di riferimento. Il Catania merita una struttura adeguata. Conosciamo i danni della vecchia gestione. Ilari è rimasto colpito dall’attaccamento puro della tifoseria alla squadra, piazze così importanti non possono occupare una Serie D o C».
Apertura all’azionariato? «Sì, purchè in percentuale simbolica. Non ci aspettiamo che i tifosi diano quella forza economico-patrimoniale che faccia la differenza ma l’azionariato sarebbe un modo intelligente di stabilire un bel legame con i tifosi, così come l’idea di trasmettere le partite su una nostra piattaforma multimediale». (Giovanni D’Antoni)
GRUPPO OSMOSI SPA
Il suo è un nome conosciuto nel mondo del calcio per avere guidato il Torino prima dell’avvento nel settembre del 2005 di Urbano Cairo a conclusione di una complessa operazione. Luca Giovannone guida adesso quell’Osmosi Spa che è tra i cinque gruppi interessati alla rinascita della maggiore espressione calcistica catanese.
Cinquantotto anni, nato a Frosinone, l’imprenditore laziale ci svela subito come è scattata la scintilla per il Catania: «Una ventina di giorni fa sono venuto nella città etnea con mia moglie Oana per una vacanza – ci dice Giovannone – e mentre passeggiavo in centro mi ha riconosciuto un tifoso che mi ha raccontato subito le vicissitudini calcistiche del club rossazzurro. Anche mia moglie è rimasta colpita dalle sue parole e dell’enorme dispiacere che si leggeva negli occhi del sostenitore della squadra rossazzurra. A questo punto ho preso informazioni dettagliate, ne ho discusso subito con Oana e ora siamo pronti anche a trasferirci qui a Catania per avviare l’operazione rilancio. Rifiuti a parte e credo che presto il problema verrà risolto, questa città è meravigliosa».
Nel suo gruppo figurano personaggi dello storico e ultimo Catania in Serie A prima della discesa nel sottoscala. Ci riferiamo a Ciccio Lodi ma anche a Giorgio Borbone dirigente calcistico di notevole caratura.
«Sì e a tal proposito vorrei ringraziare tutti coloro che hanno collaborato con me per elaborare il mio progetto a tempo record, ho un piano di rilancio che oso definire magnifico e sono entusiasta».
Sarà sicuramente cosciente che i tifosi si aspettano risultati immediati dopo tanti anni di delusione.
«Abbiamo obiettivi ben precisi e cioè tornare immediatamente in C e conquistare la massima serie nel giro di soli quattro anni. Mi sono fatto bene i conti e penso di farcela altrimenti non mi sarei fatto avanti».
Ma è vero che ci sia lo zampino di Lotito nella sua decisione di aver scelto Catania per un suo ritorno nel mondo del calcio?
«Conosco Lotito ma non è mio amico al punto da influenzarmi in una simile decisione. Il Catania è sempre stato tra i miei club più simpatici così come al contrario la Juve è quello più antipatico. Per quanto riguarda Lotito credo che figurando il figlio di Fabiani come futuro direttore e che ritengo il migliore della categoria, sarà venuta fuori questa presunta amicizia con il presidente della Lazio. Anzi ne approfitto per dire anche a lei che tra quattro anni voglio giocare contro i biancocelesti e batterli. È la promessa che faccio fin da ora ai tifosi del Catania sempre che verrà scelto il mio gruppo». (Giovanni Tomasello)
GRUPPO PELLIGRA
A leggere i social e i commenti nei bar e ritrovi cittadini, una gran parte di tifoseria si è già schierata con lui perché i numeri riguardanti la sua forza economica parlano chiaramente. Ross Pelligra, sangue siciliano essendo i genitori nati nell’Isola, all’indomani della presentazione della manifestazione d’interesse per il Catania, svela i motivi che lo hanno spinto a farsi avanti: «Ho già parlato delle potenzialità di Catania, del suo fascino internazionale – dice Pelligra – e delle prospettive del club. Quella di Catania è un’area metropolitana che vive oggi una situazione complessa sul piano socio-economico ma rappresenta un terreno fertile per investimenti mirati. Pensiamo all’inestimabile patrimonio paesaggistico e culturale, un landmark unico al mondo, aggiungiamo le dimensioni urbane e dell’hinterland congeniali alla valorizzazione della produzione, consideriamo che si tratta di un hub del Mediterraneo strategico a livello intercontinentale, notiamo poi che in ogni ambito esistono profilo di eccellenza della catanesità: alcune aziende siciliane vantano posizioni di prestigio ed effettiva leadership, nel proprio contesto. Pelligra Group vorrebbe essere l’acceleratore, lo sviluppatore, il generatore d’impulso, la realtà che mette a disposizione la sua forza per valorizzare risorse enormi».
Lei è di origini siciliane e forse anche questo lo ha spinto a investire qui a Catania. Tra i suoi obiettivi c’è pure il Village di Torre del Grifo.
«Mio nonno e mio padre sono nati a Solarino, mia madre a Catania, mia nonna a Floridia. Il mio nome, Ross, è scelto in omaggio a mio nonno Rosario. Vengo spesso in Sicilia e mi sento siciliano, ho voglia di contribuire al rilancio dell’Isola, creando modelli, occupazione e benessere. In questo senso non possiamo e non vogliamo prescindere dall’acquisizione di Torre del Grifo e nel business plan sono compresi molti elementi relativi all’investimento territoriale e alla creazione di realtà per i più giovani, partendo dall’educazione sportiva. Sento il dovere di fare tutto ciò che posso per le generazioni future».
Ormai è ben noto che il dott. Dante Scibilia abbia avuto un ruolo determinante nella sua decisione.
«Dante è l’uomo che due settimane fa, assieme a Vincenzo Grella, per primo mi parlò di questa opportunità. Il Catania era stato estromesso dal campionato e tutto era in macerie. Ho pensato che il mio lavoro è costruire, anche dalle macerie, e così mi sono messo a studiare. Alla fine abbiamo sintetizzato tutto in un progetto che non devo definire io, tocca all’Amministrazione valutarlo. Con me hanno lavorato Dante Scibilia, Grella e Bresciano, che saranno nel progetto, e molti altri professionisti coinvolti in base alle loro qualità».
Cosa si sente di promettere ai tifosi del Catania?
«Sognare stimola e gli stimoli sono fondamentali ma lo sport è fatica, concretezza, impegno quotidiano e sudore: promettere è una parola che non ha senso, nello sport. Ai tifosi catanesi posso garantire che lavoreremo incessantemente. Mi piacciono la sobrietà e la serietà. Abbiamo tutto quel che serve per fare bene e forse anche qualcosa in più, questo sì. Siamo estremamente entusiasti di essere coinvolti in Sicilia e nei prossimi giorni annunceremo altre attività del nostro gruppo». (Giovanni Tomasello)
GRUPPO MASCALI
Passerà in ogni caso alla storia per la manifestazione d’interesse dell’ultim’ora, la candidatura che non ti aspetti. Antonio Mascali, detto Antonello, è un geometra nato a Catania, appassionato di calcio e con un progetto a lungo termine.
Coadiuvato dall’avvocato Dario Pettinato (avvocato di Diritto internazionale e docente dell’Ateneo catanese), Mascali è stato interrogato sulla natura del progetto, delineando subito i personaggi e i punti salienti del proposito orientato al rilancio del pallone a Catania: «Faccio parte di questo management internazionale che si è venuto a creare con lo scopo di rilanciare le sorti del calcio etneo. Insieme a me, mittente della pec, fa parte della cordata David Ward, titolare di impresa nel settore di immobiliare con sede in Sheffield (Yorkshire in Inghilterra, ndr) e l’altro socio sudcoreano, cui cognome è Bek, che rappresenterebbe la quota di maggioranza e gestisce note società di costruzioni con sede a Seoul. Quest’ultimo è un ramo industriale che allarga i suoi interessi in campo industriale, commerciale e sportivo, infatti è nel direttivo di una società di calcio della Corea del Sud».
«E non è finita qui – aggiunge Mascali – ma questa è una sorpresa che non vorrei svelare per ovvie ragioni, abbiamo un accordo con due forti nomi di due importanti realtà calcistiche spagnole. Tutti i nomi sono integrati alla manifestazione d’interesse».
Due club spagnoli, due agganci nella penisola iberica per un triangolo inedito che coinvolge Inghilterra e Corea. Mica male per una pec arrivata a mezz’ora dal gong. E a livello di solidità economica, piano industriale e aspetti territoriali?
«Non abbiamo e vogliamo concedere passerelle, il nostro è un progetto imprenditoriale e calcistico che mira a creare e costruire, per rendere Catania un nuovo punto di riferimento calcistico e non solo, anche lavorativo».
Com’è venuto a conoscenza del progetto Catania?
«Cercavamo il momento giusto e il piano ambizioso per poter entrare con un direttivo già costituito e mettere in pratica i progetti che abbiamo in mente. Io sono catanese e desideravo da anni potermi fare avanti, ma solo adesso ne sto avendo l’opportunità. Coinvolgeremmo un nome importante per lo staff tecnico, per cui c’è un principio di accordo, ma soprattutto potenzieremmo la comunicazione».
Tifosi elemento fondamentale, saranno coinvolti?
«Saranno coinvolti sia nell’azionariato popolare con una simbolica percentuale che li renda partecipi delle decisioni del Consiglio, ma anche e soprattutto con varie attività. Il sogno sarebbe creare, attraverso l’asset calcistico, nuovi posti di lavoro e attrarre aziende dalla Corea e dall’Inghilterra a investire ai piedi dell’Etna».
Alla domanda relativa all’invio della pec, Mascali dribbla con astuzia, e lancia un messaggio: «Vogliamo dare un’idea migliore della nostra terra e vogliamo dare una scossa, farlo attraverso il nuovo Catania. L’amministrazione comunale? Non abbiamo tessuto interlocuzioni precedenti, abbiamo preferito non influenzare i professionisti». (Giovanni D’Antoni)