Per quei pochi che non se lo ricordassero: il mondo è dominato dalle macchine (incubo ricorrente di molta fantascienza) e gli esseri umani sono usati come fonti di energia, allevati dentro incubatrici dalla nascita alla morte. Tuttavia trascorrono le loro vite senza accorgersi di niente, perché vivono una realtà virtuale all’interno dei loro cervelli, come se niente fosse.
Notizia fresca fresca: Lana, uno dei fratelli Wachowski, anzi delle sorelle perché hanno cambiato sesso entrambi, girerà il quarto film della saga, con Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss di nuovo nei panni di Neo e Trinity. Una figata, speriamo, perché un quarto episodio dopo molto tempo potrebbe anche rovinare una trilogia ormai nella leggenda del cinema (come è successo spesso quando si rimettono le mani a film di culto, vedete Star Wars o gli ultimi Terminator). Visto che le sorelle hanno fatto molti film orrendi, in seguito, senza considerare l’assurda serie Sense8.
Nell’attesa, qualche riflessione, visto che il tema è affascinante e è stato trattato da molti scrittori, a cominciare dal mitico Philip K. Dick, ma anche riproposta nelle serie tv, come l’ultima stagione di Black Mirror (in una puntata la protagonista usa un apparato per accedere a una realtà virtuale diventando un uomo, ma la stessa cosa farà per tornare nell’altra realtà, con il risultato di non sapere più quale delle due realtà è quella reale), e analizzata da molti scienziati e filosofi.
Il punto principale è che se vivessimo in un mondo completamente simulato, come in Matrix, non avremmo modo di accorgercene, perché ogni nostra presunta scoperta farebbe parte della simulazione (mentre nel caso del film The Truman Show si aveva la possibilità di uscirne raggiungendo il limite di un mondo finto ma fisico, reale, insomma come uscire da una prigione).
In Matrix della finzione si accorge Neo perché è l’Eletto (con un’idea che nei successivi due episodi diventa un po’ troppo mistica, ma vabbè) e gli umani rimasti fuori per salvare l’umanità e riportarla nel mondo reale. C’è, in tutto questo, un aspetto neuroscientifico, perché lo stesso mondo che percepiamo (con i nostri sensi, per esempio) è completamente simulato nella nostra testa (motivo per cui Matrix è molto verosimile). «Noi – dice il neuroscienziato Giorgio Vallortigara – siamo già dentro una simulazione, quella prodotta dal nostro sistema nervoso. Viviamo dentro l’universo costruito nel nostro cervello, che ci concede l’accesso a tutto ciò che sappiamo del mondo reale. Così il nostro universo è anche la nostra prigione». C’è un aspetto politico, perché vediamo la società controllata da forze malvagie e liberata da rivoluzionari illuminati (le macchine metafora del capitalismo?).
Tuttavia siamo davvero sicuri che queste macchine sono davvero così cattive? Di sicuro sono state più efficienti della selezione naturale con gli esseri umani, visto che all’Homo sapiens talmente non piace questa realtà da doversene inventare altre per uscirne (come «l’aldilà» di molte religioni). In fin dei conti le macchine hanno creato un mondo perfetto, dove non si vive affatto male. In Ready Player One, uno degli ultimi capolavori di Steven Spielberg, i videogiochi sono talmente reali da aver creato un universo in cui vive la maggior parte delle persone. Un misero tentativo lo facemmo con il videogioco Second Life, ma la tecnologia non era ancora pronta per un simile realismo, e oggi in rete c’è questo immenso mondo abbandonato (non del tutto, ci sono degli irriducibili che ancora lo frequentano).
Non per altro in Matrix uno dei personaggi tradisce la fanatica pattuglia di Morpheus e decide di rientrare dentro la realtà simulata, anche perché il mondo reale del film fa veramente schifo. Perché devo mangiare questo cibo di merda, dice lui, quando dentro Matrix è tutto buonissimo? Perché non è vero, gli rispondono loro. E che ci frega? Insomma, pillola rossa o pillola azzurra? Io non avrei dubbi, resterei senza dubbio dentro Matrix. Magari con i poteri di Neo.
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Sull’argomento anche Relazioni, Comunicazioni e il mito della caverna nella sezione “Approfondimenti” di questo sito. [NdS]
Massimiliano Parente, Il Giornale, 22 VIII 2019
VIVERE NEL MONDO DI “MATRIX” NON SAREBBE POI TANTO MALE
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In fondo le macchine funzionano meglio della natura. Soprattutto per chi possiede i poteri di Neo-Keanu Reeves.
Basta chiedere «pillola rossa o pillola azzurra?» e ci si capisce subito, stiamo parlando di Matrix, un film ma anche un culto, perfino filosofico.