Rosaria Amato, La Repubblica, 5 XI 2019
Prezzi alti e redditi sempre più bassi: gli italiani non riescono più a comprare la casa ai figli
Un’indagine Ipsos attesta che in Italia la quota dei proprietari di casa che non ha speso un euro in mutuo perché l’ha ricevuta in regalo dai genitori o dai nonni è passata dal 46% degli anni ’70 al 19% del biennio 2016-2018
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Risparmiare per comprare la casa ai figli: è per questo che oltre il 70 per cento degli italiani vive in un’abitazione di proprietà. Ma la crisi e l’erosione dei salari hanno reso questa consuetudine sempre più difficile da mantenere. La quota dei proprietari di casa che non ha speso un euro in mutuo perché l’ha ricevuta in regalo dai genitori o dai nonni è passata dal 46 per cento degli anni ’70 al 19 per cento del biennio 2016-2018: lo attesta l’Ipsos nell’indagine “Il Welfare familiare – Un’analisi delle famiglie italiane“. La curva è inesorabilmente scesa: la percentuale era al 43 per cento negli anni ’80, al 36 negli anni ’80, ancora al 30 fino ai primi anni 2000, ma poi è arrivata la crisi, e ormai meno del 20 per cento delle famiglie italiane può permettersi di comprare la casa ai figli o di lasciarla in eredità.
Eppure i problemi dell’economia italiana si sono ripercossi anche sul mercato immobiliare, per cui, attesta un’indagine di Tecnocasa, attualmente per comprare un appartamento di medie dimensioni in una grande città occorrono 6,2 annualità, contro le 9 del 2009, quando si era ai massimi della bolla immobiliare. Ma il confronto con il passato più lontano non regge: nel 1964, accerta un’indagine del Cresme, per acquistare una casa bastavano 1,5 annualità. Se da un appartamento medio di 80-90 metri quadri in periferia si passa a uno un po’ più grande, di 110 metri quadri, in una bella zona di Roma o Milano, nel ’65 gli italiani se la cavavano con 3,6 annualità, oggi sarebbe impensabile.
“Gli italiani continuano a risparmiare – spiega Stefania Conti, l’analista dell’Ipsos che ha condotto l’indagine – ma l’apporto di genitori e nonni all’acquisto della casa per figli e nipoti è sempre meno significativo, perché non è sufficiente. L’aiuto è diventato più ricorrente, e più quotidiano. Anche i nonni quando possono danno magari un contributo una tantum, al bisogno, non necessariamente fisso”.
Gli italiani in effetti continuano a risparmiare, anche se in misura minore rispetto al passato perché i redditi sono stati gravemente colpiti dalla crisi. In uno studio sul reddito disponibile reale delle famiglie italiane la Banca d’Italia ha rilevato un “ristagno ventennale” del Pil, che però per i redditi individuali e famigliari risale ancora ad anni addietro, al 1992. E allora ecco che, se a risparmiare è ancora il 56% delle famiglie, rileva l’Ipsos, “solo le famiglie con redditi alti riescono ormai ad aiutare i figli in modo significativo, e lo fanno anche quando vivono ormai fuori casa”, spiega Stefania Conti. Mettendo a confronto i due estremi di reddito, le famiglie benestanti che possono contare su un reddito superiore ai 3000 euro, e quelle che non superano i 1050 euro netti al mese, nel primo caso la quota di risparmio è del 79% se non ci sono figli, del 78% se ci sono, nel secondo invece la quota è del 23% se non ci sono figli ma scende al 17 se invece ci sono, evidentemente in quel caso già il semplice mantenimento dei figli assorbe quasi tutte le risorse disponibili.
In ogni caso, benestanti o no, la parte maggiore del risparmio dei genitori va a sostenere i percorsi di studio dei figli (in media il 19% del risparmio, ma per le famiglie benestanti la quota sale al 40%). Il 23% dei genitori benestanti riesce tuttavia ancora a garantire un cospicuo sostegno per la casa. Mentre per i nonni le quote invece si invertono: il 57% dei nonni (età 65-74 anni) che riesce a risparmiare solo in minima parte sostiene gli studi dei nipoti (7%), magari a quello è preferibile che pensino i genitori, mentre il 25% garantisce un aiuto per l’acquisto della casa. Ormai però la stragrande maggioranza degli italiani non può più fare a meno del sostegno delle banche, e infatti il 62% degli italiani che ha acquistato una casa negli ultimi tre anni ha acceso un mutuo.